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Brezzo di Bedero e Sante Mucchietto, lucida memoria della Campagna di Russia

Il ricordo di uno dei pochi Italiani sopravvissuti alla tragica esperienza dell’Armata Italiana in Russia. Il ricordo dell'ex sindaco Daniele Boldrini

Generica 2020

Lo scorso 30 novembre ci ha lasciati, a 99 anni, Sante Mucchietto, vissuto a Brezzo di Bedero per tantissimi anni, lasciandoci in eredità la memoria della seconda guerra mondiale e, in particolare, della ritirata di Russia.

Sante è stato uno dei pochi Italiani sopravvissuti alla tragica esperienza dell’Armata Italiana in Russia. Quei drammatici momenti, vissuti quando aveva vent’anni, li portò dentro di sé per tutta la vita, consapevole di aver partecipato ad un evento che ha scritto la storia dell’Europa e consapevole che per lo stesso contributo alla storia decine di migliaia di altri ragazzi come lui sono morti.

Ha sempre dimostrato anche la grande consapevolezza che, a chi ha vissuto da vicino quegli eventi storici cruciali del secolo scorso, il destino ha riservato il compito di portarci la loro testimonianza.
E ne era così cosciente che tra le sue occupazioni preferite, come la collezione di minerali e la scultura del legno, c’era anche lo studio e l’approfondimento degli accadimenti legati alla campagna di Russia, con la pubblicazione, nel 1995, del libro “Russia inverno-inferno 1942-1943 (Memorie di un ventenne sopravvissuto, Sante Mucchietto)”.

La sua partecipazione alle celebrazioni del 4 Novembre – in testa al corteo, con l’onore e l’orgoglio di portare la Bandiera dei Combattenti – ha sempre rappresentato una significativa testimonianza, che suscitava un sentimento spontaneo e commosso di riconoscenza ai Caduti delle guerre e ai Reduci, che non meno di coloro che sono morti hanno contribuito alla causa della libertà, della pace e della democrazia.

In occasione della Commemorazione dei Caduti nel 2006 Sante Mucchietto aveva realizzato una scultura in legno in memoria di tutte le vittime delle guerre, donata alla Comunità di Brezzo di Bedero, insieme alla poesia “Ritirata del Don”.

Nel mese di aprile 2008 aveva fornito una preziosa collaborazione al Presidente Marco Targa dell’Associazione culturale Casa Paolo nell’organizzazione di una giornata di commemorazione di quei tragici eventi, dal titolo “Russia: Inverno / Inferno 1941-1943”, e di una mostra di documenti fotografici e cimeli, da lui personalmente curata con passione e dedizione.

Le toccanti testimonianze di Sante Mucchietto e dell’ospite d’eccezione, il Professore Nelson Cenci (Medaglia d’Argento al Valor Militare, scrittore e medico, fu Primario all’ospedale e docente all’Università di Varese), erano state definite “una vera e propria lezione di vita” da parte del pubblico e delle numerose autorità intervenute, perché attraverso le grandi sofferenze vissute hanno saputo elaborare, idealizzare e credere con fiducia nei valori della pace, del rispetto degli altri, della solidarietà e dell´armonia fra gli uomini.
( https://www.varesenews.it/2008/04/quando-l-inverno-era-l-inferno-scatti-dal-fronte-
russo/217711/ ); ( https://www.varesenews.it/2008/04/tra-storia-e-commozione-testimonianze-dalla-campagna-di-russia/217352/ ); ( https://www.varesenews.it/lettera/cenci-una-carica-umana-fuori-dal-comune/ ).

Presso il Comune di Brezzo di Bedero è conservato un cimelio della storia comunale, donato proprio da Sante Mucchietto. Un piccolo tratto della storica condotta d’acqua che collegava le sorgenti al paese, risalente alla seconda metà dell’ottocento, lasciata in ricordo al Comune dopo un casuale ritrovamento nei boschi.

La figura di Sante Mucchietto è stata ricordata nell’edizione n. 27 (anno 2019) della pubblicazione edita dalla Comunità Montana Valli del Verbano “Terra e Gente”, all’interno della rubrica “In punta di penna … Brezzo di Bedero: territorio, storia e cultura”, pagg. 203-220, con queste parole: “””Nato nel 1921 a Mossano, piccolo comune del Vicentino, si arruola nell’esercito nel dicembre 1940 e partecipa alla spedizione in Russia con la Divisione Pasubio nel 1942 ed alla tragica ritirata dell’inverno del 1943. Dopo l’armistizio viene imprigionato dai Tedeschi e deportato in Germania per un breve periodo. Al rientro in Italia si unisce a gruppi partigiani del Vicentino e del Padovano.
Al termine della guerra riceve una croce al merito per la campagna di Russia e si trasferisce in Lombardia per lavoro, scegliendo di risiedere a Brezzo di Bedero, dove si dedica ai suoi hobbies preferiti: studiare ed approfondire gli accadimenti legati alla campagna di Russia, collezionare minerali e creare sculture in legno.”””

A Lui rivolgiamo un pensiero commosso e riconoscente per quanto ha fatto nella sua vita e per la testimonianza che ci ha lasciato, impegnandoci, nel suo ricordo, a coltivare i valori della pace e della liberta’.

Daniele Boldrini

Pubblicato il 24 Gennaio 2021
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