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I “gioielli ibridi” di Enrica Borghi e Emanuela Burgener

Materiali di scarto e pietre preziose si fondono in una sintesi tra meraviglia e rinascita

Sabato a Santa Maria Maggiore, alla Casa del Profumo, e domenica a Macugnaga, a Casa Burgener, sono stati presentati i primi pezzi unici dei gioielli ibridi di montagna, pensati e realizzati da due artiste di Macugnaga: Enrica Borghi e Emanuela Burgener.

Si tratta di gioielli nati da un innovativo progetto (Unwasted Project) in cui materiali di scarto (sapientemente lavorati da Enrica Borghi) e pietre preziose (finemente trattate da Emanuela Burgener) si fondono in una specialissima sintesi tra meraviglia e rinascita.

La doppia esposizione di Santa Maria Maggiore e Macugnaga, resterà visitabile fino al 30 agosto e costituirà un’importante anteprima della grande mostra, “Fragile bellezza” che sarà proposta nei prossimi mesi.

Emanuela Burgener precisa: “Di comune accordo con Enrica abbiamo scelto di lavorare su un tema legato al piccolo fiore della camomilla di montagna (Achillea millefolium) da noi ben conosciuto. Infatti l’Achillea montana appartiene alla nostra tradizione ed è una pianta medicinale, resistente e coraggiosa, che cresce vicino al ghiacciaio e supera le avversità dei freddi invernali. Da qui è nato il nostro gioiello. Un gioiello che contiene la preziosità dei ricordi, della memoria e dei saperi. Un gioiello che nasce da mani che raccontano frammenti della nostra storia”.

Enrica Borghi, sorridendo aggiunge: “Lavoriamo su prodotti che sono in antitesi, materiali di alta gioielleria con materiali di scarto. La sfida è stata quella di far dialogare questi elementi e riuscire a creare un insieme dialettico, allo stesso tempo poetico e provocatorio, in cui un banale materiale di rifiuto “partecipa” alla creazione di un gioiello dell’alta oreficeria di Valenza. A questo abbiamo unito il ricordo e il profumo delle nostre montagne. Queste unioni hanno dato origine ad una provocazione che diventa inaspettatamente creazione e meraviglia portatrice di una contaminazione, estetica e concettuale”.

Dalla collaborazione fra queste due artiste macugnaghesi sono nati e nasceranno meravigliosi e preziosi gioielli in grado di raccontare, attraverso la poesia dei piccoli fiori di montagna, l’impossibile connubio fra il materiale di scarto e le materie preziose dell’arte orafa valenzana con un significativo rimando anche all’oro del Monte Rosa.

Unwasted Project è parte integrante della mostra “Herbarium vagans” primo appuntamento espositivo all’interno del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Culturale Asilo Bianco sul lago d’Orta.

Le attività del primo anno di “Di-Se” hanno come focus proprio le erbe officinali e i cambiamenti climatici sulle Alpi.

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Pubblicato il 05 Agosto 2020
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