Il “far west” dei tamponi: Astuti chiede chiarezza
Il tema affrontato durante la riunione della commissione sanità in Regione. Il consigliere del PD denuncia un sistema privato a pagamento
Pochi tamponi perché mancano i reagenti. O perché non ci sono laboratori, o perché i tempi di processazione sono elevati.
Il tema delle certificazioni di contagio diventa centrale in un momento cui si programma la riapertura della attività. L’argomento è stato posto in commissione sanità dal consigliere del PD Samuele Astuti: «Mentre l’assessore Gallera ci dice che non si possono aumentare i tamponi, perché mancherebbero i reagenti, veniamo a sapere che ci sono laboratori che li offrono privatamente per cifre molto variabili. Il San Raffaele, per esempio, li fornisce per un costo intorno ai 150 euro, altri al doppio. Quel che è grave è che mentre si negano i test agli operatori sanitari, ai pazienti e al personale delle RSA, e pure a chi presenta evidenti sintomi, ci sia un mercato privato dei tamponi, un Far West senza regole e, secondo quanto detto dall’assessore Gallera questa mattina in commissione rispondendo a una mia domanda, questo non è possibile, cioè non si possono fare tamponi a privati a pagamento. Com’è possibile che questo avvenga? È forse stata una scelta quella di limitare il numero dei tamponi? La Regione deve spiegare ai lombardi che cosa sta succedendo. Soprattutto, è fondamentale che la Regione faccia quanto è in suo potere per aumentare il più possibile il numero di tamponi analizzati dal servizio sanitario regionale, perché in altro modo non si può pensare di avviare la fase 2».
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