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Futuro incerto per la catena “Da Moreno”

È crisi per i negozi dello shopping low cost. Tra le possibilità la vendita in blocco a un consorzio italocinese

moreno srl besozzo

Da Moreno dove tutto costa meno” è forse lo slogan più conosciuto tra quelli dei negozi della provincia di Varese e non solo. Il simbolo dello shopping low-cost, dov’è possibile comprare di tutto, dai prodotti casalinghi alle piante, dall’arredo ai vestiti di carnevale, sta vivendo un momento di crisi profonda.

Nato quasi vent’anni fa a Rancio Valcuvia, in poco tempo è diventato un gruppo commerciale con una rete di dodici punti vendita dislocati in Lombardia e  Piemonte. Mentre i negozi con l’insegna “Da Moreno” presenti nel Canton Ticino non sono toccati da questa crisi perché appartengono a una società diversa.

I lavoratori, che hanno ricevuto tredicesima e quattordicesima, ma non ancora lo stipendio di gennaio, sono preoccupati perché non vedono una prospettiva chiara. «La proprietà non si esprime sul futuro e questo crea inquietudine tra i dipendenti che hanno alcune mensilità arretrate – spiega Matteo Tibaldo, della Filcams Cgil -. All’inizio di questa crisi c’era un problema di liquidità evidente, la società aveva fatto degli investimenti ma i risultati non si vedevano. Aveva promesso che avrebbe sanato le posizioni dei lavoratori che avevano aperto la vertenza, e così è stato. Con il tempo però la situazione non è per niente migliorata, anzi, è peggiorata ulteriormente, tanto che il negozio di Gallarate aperto a novembre ha già chiuso i battenti ed è aumentato il numero dei lavoratori che si sono rivolti al nostro ufficio vertenze».

Le ipotesi sul destino della catena di negozi “Da Moreno” sono diverse: le più accreditate oscillano tra una vendita in blocco a un consorzio italocinese, ipotesi avallata da alcune visite in avanscoperta fatte da personaggi orientali ai negozi del Varesotto, alla consegna dei libri in tribunale, l’ipotesi più temuta e scongiurata dagli oltre cento dipendenti del gruppo. «Non confermo e non smentisco nessuna delle due ipotesi – ha detto Alessio Ariotto uno dei due soci fondatori -. Ho incontrato stamani il sindacato e gli sviluppi sono tutti possibili, ma non li voglio commentare».

Nei negozi iniziano a scarseggiare i rifornimenti, i magazzini sono in sofferenza e alcuni fornitori hanno ritirato dagli scaffali i loro prodotti. «Stiamo seguendo alcuni lavoratori che hanno mensilità arretrate – conclude Giuseppe D’Aquaro della Fisascat Cisl dei Laghi -. È una situazione oggettivamente difficile ma è chiaro che il nostro auspicio è che l’azienda si salvi e con essa tutti i posti di lavoro».

Pubblicato il 20 Febbraio 2020
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