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Cyberbullismo, la vera lotta parte da scuola

La finalità del progetto è stata quella di mettere sotto la lente di ingrandimento i rischi connessi ai mezzi di comunicazione di ultima generazione, in quanto sono tristemente famosi episodi gravi

Bullismo e cyberbullismo

Nell’arco del 2018, nell’ambito di una reciproca e proficua collaborazione tra scuola ed istituzioni, è stato avviato un progetto relativo al tema del cyberbullismo con professionisti esperti in materia.

Tale progetto, denominato “#IoCliccoPositivo”, è stato finanziato all’interno della legge 285/97 (Diritti per l’Infanzia e l’Adolescenza) e ha riscontrato interesse considerevole da parte dei destinatari, ovvero studenti delle locali scuole medie inferiori, che con quotidiana costanza utilizzano i moderni mezzi di comunicazione.

Ci siamo avvalsi di Pepita Onlus, che ci ha accompagnati in questo percorso con professionisti esperti nella progettazione, realizzazione e valutazione di interventi educativi e che da oltre dieci anni è attiva nella prevenzione del fenomeno del bullismo in tutte le sue manifestazioni.

Nel 2010, Pepita ha ottenuto una menzione speciale nell’ambito del Premio Amico della Famiglia promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’Assessorato ai Servizi Sociali, da sempre in linea sul tema dell’adolescenza, si pone come compito di valorizzare gli elementi dell’educare, nella convinzione che in ogni bambino o adolescente vi siano risorse da esprimere o sostenere nella crescita contro il disagio giovanile.

La finalità del progetto è stata quella di mettere sotto la lente di ingrandimento i rischi connessi ai mezzi di comunicazione di ultima generazione, in quanto sono tristemente famosi episodi gravi, scaturiti da apparenti bravate in compagnia, costituiti da scatti fotografici piuttosto che discutibili prove di coraggio, fatti circolare subito in rete.

L’obiettivo generale che ha guidato il progetto svolto presso l’Istituto Comprensivo di Luino e di Germignaga, che ha coinvolto ben 33 classi e più di 600 alunni della scuola secondaria di primo grado, è stato quello di rendere i ragazzi e le ragazze più consapevoli rispetto al tema del cyberbullismo e più responsabili nell’utilizzo dei social network e della rete internet, a partire dalla propria esperienza nel quotidiano. Il progetto, in particolare, si è articolato in incontri, ognuno dei quali caratterizzato da obiettivi specifici:

– informare gli studenti circa i rischi e le opportunità della rete e comprendere che tutto quello che accade in una rete di relazioni di cui si è parte ci coinvolge e ci riguarda;

– sottolineare l’importanza delle parole, come le utilizziamo e il significato che diamo nei commenti e nelle chat;

– promuovere una riflessione legata ad una situazione reale e a come si può gestire.

Il progetto iniziato lo scorso anno è legato al tema del sexting. L’obiettivo, nello specifico, era riflettere sui rischi relativi a questo fenomeno e alla totale perdita di identità che deriva dalla condivisione di messaggi e video di contenuto specificamente sessuale (legge 71/17).

Si sono svolti nelle classi incontri relativi a tutti i pericoli che ci sono nel web: attraverso queste attività, si introduce il tema dei ragazzi e di come vivono la rete formata come un gomitolo che mette in relazione gli utenti anche se non si conoscono di persona offrendo molteplici opportunità.

C’è però il rischio di rimanere imprigionati se non si fa un uso consapevole e responsabile e nelle classi si è fatto riferimento a tantissimi esempi pratici. L’obiettivo è stato far riflettere i ragazzi sul fatto che le parole messe in rete restano per sempre.

Tutte le attività si sono svolte secondo una modalità divertente e tutti i contenuti dei laboratori hanno messo in luce le criticità da affrontare.

Le classi, anche se con grado diverso, hanno partecipato attivamente agli incontri e le discussioni sono sempre partite dall’attività e dalle esperienze che i ragazzi raccontavano. Entrando nel vivo dell’intervento, si è notata una voglia di conoscere e di ampliare gli argomenti trattati, anche perché gli studenti vivono l’ambiente della rete molte ore al giorno e tocca nel vivo i loro interessi. In alcuni ragazzi, in particolare, è presente una volontà di conoscere nello specifico dinamiche e meccanismi più complessi.

Pochi sono i giovani che non hanno uno smartphone personale: nonostante utilizzino molte applicazioni, non ne conoscono e percepiscono alcuni meccanismi: soprattutto l’effimerità della privacy e la permanenza dei contenuti condivisi. In generale la consapevolezza del fenomento del cyberbullismo è molto bassa: per loro è qualcosa che capita agli altri e “non alle persone a me vicine” e hanno riconosciuto in altre persone il cyberbullismo, mai a amici e a parenti stretti.

«Si è conclusa così la prima parte del progetto che ha visto impegnati scuole e Servizi Sociali sul fronte dell’educazione e sensibilizzazione al cyberbullismo. – commenta l’Assessore ai Servizi Sociali Caterina Franzetti – Sono consapevole che il cyberbullismo non debba essere un solo evento, un tema, un incontro, ma ai ragazzi bisogna fornire strumenti attraverso laboratori che ne facilitino la conoscenza, così come ha fatto sinora l’Assessorato, con professionisti che mettono in campo alte esperienze».

Pubblicato il 17 Dicembre 2018
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