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Comunità montana, il giorno della verità

Sul tavolo la necessità di “superare le incomprensioni”: questa sera il voto sulla figura di Francesco Paglia. La questione dell’ISPE

Nella nuova sede della Comunità Montana

Un conto sono le firme poste in calce ai programmi. Un conto le mani alzate, e i numeri, nel momento in cui è necessario votare per eleggere il nuovo vertice di un ente.

Si scoprirà quindi questa sera, 9 ottobre, passate le 18, se il nuovo presidente di comunità montana (quella della Valli del Verbano che comprende Valcuvia e Luinese) sarà Fracnesco Paglia, il nome uscito dal cilindro della politica locale come soggetto capace di garantire non troppa rottura col passato, ma apertura nei riguardi delle richieste di coinvolgimento che provenivano – e provengono – da quelle che potremmo quasi chiamare “ex” minoranze.

Già, dal momento che il primo punto del programma sottoscritto da oramai oltre 20 tra sindaci (o delegati che rispondono alle amministrazioni di 32 paesi) verrà discusso dall’assemblea. L’obiettivo è arrivare ad un’ampio consenso, attorno ai 25 voti a favore.

E sta proprio qui il primo scoglio, quello per “superare le incomprensioni maturate e arrivare al rinnovo fisiologico dell’ente”, che è il vero primo punto di programma, il preambolo politico al nuovo corso.

Paglia ha fatto sapere che chiederà all’assemblea «il coraggio di uscire dalle logiche di appartenenza politica o di gruppo per condividere quanto di meglio abbiamo: il nostro futuro».

«Non riteniamo che il male sia negli schieramenti o nella politica: l’errore sta nell’uso che facciamo di questi strumenti, sovente teso a salvaguardare o procurarsi vantaggi e benefici che nulla hanno a che spartire col bene comune».

La traduzione della premessa sta nel chiarire il punto: qui si lavora per il bene comune e non per l’orticello di casa propria o ambizioni personali.

Il secondo tema, molto più tecnico, che già questa sera l’assembla dovrà affrontare riguarda l’ISPE Valli del Verbano – Istituzione Servizi alla Persona – che serve per la gestione di numerose attività e servizi alla persona per conto dei comuni del territorio; i servizi gestiti in forma associata su delega dei Comuni sono: asilo nido, servizio sociale associato e InFormaLavoro.

Su questo tema il 12 marzo scorso la Consulta dei sindaci (un organismo di raccordo tra l’attività dei Comuni e quella di Comunità Montana finalizzato all’elaborazione delle scelte strategiche e programmatiche per l’attivazione e l’organizzazione di servizi o funzioni comunali gestiti in forma associata che si riunisce due volte l’anno ndr) approvò all’unanimità una linea di indirizzo volta all’adozione di una nuova convenzione per il servizio sociale associato per sei anni da gestire “in house” a Comunità montana anche mediante la stabilizzazione dei dipendenti assunti a tempo determinato in accordo aio comuni che aderiscono alla convenzione per la gestione associata di questi servizi.
Accadde però che l’11 giugno 2018 l’assemblea dell’ente respinse la delibera di “reinternalizzazione” in Comunità montana dei servizi ISPE, esprimendo la necessità di maggiori approfondimenti in merito.

Una situazione di stallo, insomma, che il nuovo corso dell’ente – e questo è un preciso punto del programma proposto – sarà chiamato a sanare.
«Il pronunciamento della Consulta dei sindaci su questo punto è da ritenersi atto di indirizzo politico – conclude Pagliae quindi definitivo, pena la messa in discussione della consulta stessa. Ci attiveremo per far approntare la necessaria documentazione al fine di dare seguito a quanto richiesto dall’assemblea comunitaria e quanto politicamente espresso dalla Consulta dei sindaci».

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Pubblicato il 09 Ottobre 2018
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