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Chiusure dei rifugi, i Cinquestelle: “Lega voltafaccia”

Così gli attivisti luinesi: "Prima sbandierano attenzione per il territorio, poi nel momento del bisogno, il silenzio"

Un selfie per salvare il rifugio di Dumenza

Fa discutere la questione della chiusura dei rifugi di questi giorni trattata da Varesenews. Sul punto interviene Gianfranco Cipriano a nome dei militanti del Movimento Cinquestelle di Luino che porta un duro affondo ai colleghi di governo a Roma ma che in Lombardia, e sul territorio, siedono evidentemente su fronti avversi.

Per i Cinquestelle i leghisti «dopo aver sventolato la bandiera del Nord ed essersi riempiti la bocca con tante belle parole, mollano nel più profondo silenzio qualsivoglia realtà locale che chiede aiuto. Lo fanno senza proferir parola, senza tentare alcun nulla e fingendo di non aver mai conosciuto questo o quello.
Diversi sono gli esempi recenti che possiamo citare: la RSA di Agra “Albertini Vanda”, diverse valli bisognose d’impegno e contributi come Curiglia, alla quale oltre aver contribuito ad affossare il progetto di sviluppo inizialmente avviato, preferendogli quello delle piste ciclabili, non hanno neppure dato alcuna spinta per ottenere un doveroso servizio di autobus per coloro che, lo ricordiamo, non sono cittadini di serie B; per proseguire con la mancata attenzione per lo sviluppo del nostro presidio ospedaliero che, tra le altre cose, fa acqua dal tetto, il nostro lago, umiliato da sversamenti ai quali mai si è posto rimedio, e trasporti ferroviari da mettersi le mani nei capelli».
Si chiede Cipriano: «Ma che hanno fatto di buono negli ultimi dieci anni? Ecco sui giornali gli abbandonati di oggi: i rifugi dell’Alpe Bovis e San Martino che presto dovranno chiudere i battenti».

«Non sarà gioco facile la replica perché non basterà lavarsi la coscienza adducendo a una non responsabilità così puntando il dito verso l’iniziativa di comuni ed enti vari, dato che qui pare manchi anche soltanto il muovere un dito affinché le cose possano cambiare e affinché le volontà politiche, come si dovrebbe, possano incidere ed influenzare in eventi e decisioni.
Noi attivisti non molliamo l’osso, continuiamo, e continueremo, ad evidenziare questi importanti voltafaccia. Subiamo purtroppo lo sconforto di non riuscire ad incidere come vorremmo su tutte le nostre attività dato che ci si scontra inevitabilmente con il governo della Regione e dei comuni sordi nei quali ci stiamo da tempo impegnando».

In ultimo l’appello anche alle altre forze politiche del territorio: «Nonostante tutto ci vogliamo illudere che queste poche righe possano far sì che qualche coscienza si svegli e che magari, con un colpo di reni, si dia luogo a qualche provvedimento straordinario che consenta di prolungare le attività dei due rifugi montani, se non altro finché i gestori attuali non possano consegnare il testimone ad un nuovo responsabile o, se possibile, continuare loro stessi l’attività accettando nuovi accordi.

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Pubblicato il 06 Ottobre 2018
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