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Valcuvia, “lo sviluppo turistico passerà dalla ciclabile”

Il presidente della Comunità Montana Giorgio Piccolo illustra le potenzialità del tracciato: "Queste valli competeranno con i più illustri e blasonati luoghi della riva opposta del Verbano"

Avarie

In sella alla bici tra i due laghi. Il sogno di tanti, forse a portata di mano. E anche un’opportunità di sviluppo turistico concreto: arrivi, presenze anche da fuori regione o dall’estero, posti di lavoro.

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la pista ciclabile cuveglio - rancio valcuvia 4 di 11

Per questo ci vuole un marchio, il resto lo faranno la bellezza dei luoghi. Così la pensa Giorgio Piccolo, presidente della Comunità Montana Valli del Verbano, che approfitta del momento – siamo alla vigilia di una nuova primavera – per fare un bilancio di questo progetto di cui Varesenews parlò diffusamente l’anno scorso.

Il punto della situazione della rete ciclopedonale dei Laghi del Varesotto parte dal tracciato che, ad oggi, conta su un percorso di tutto rispetto, che si avvicina ad una lunghezza complessiva di 25 km e che interessa 13 Comuni del territorio.

Nel 2009, quando la nuova Comunità Montana Valli del Verbano raccolse l’eredità dei due Enti precedenti, Valli del Luinese e Valcuvia, esisteva solamente un tratto di pista ciclabile che collegava Germignaga a Grantola, lungo il torrente Margorabbia. Da allora le diverse amministrazioni del nuovo Ente montano che si succedettero nel corso degli anni, sulla scorta dei consensi ottenuti da quel primo tracciato e con la convinzione che le risorse turistiche e naturali del territorio potessero essere promosse su larga scala solamente grazie all’esistenza di una infrastruttura importante, che potesse contraddistinguere ed identificare le Valli del Verbano, garantirono un concreto e sostanziale impulso allo sviluppo del percorso.

Il tracciato, ad oggi, si snoda dall’approdo della Navigazione Lago Maggiore di Luino e, percorrendo i Comuni di Germignaga, Brissago Valtravaglia, Mesenzana, Grantola, Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese, Rancio Valcuvia permette di arrivare, senza soluzione di continuità, a Cuveglio. A Cassano Valcuvia una deviazione consente di risalire fino a Ferrera di Varese, in prossimità delle cascate. E’ inoltre possibile percorrere un altro tratto con partenza da Laveno Mombello e, dopo aver toccato Cittiglio, giungere sul territorio di Caravate.

Il Presidente della Comunità Montana, Giorgio Piccolo, fornisce un po’ di dati: «La rete ciclopedonale, così come ora la vedete, è costata quasi 5.000.000 di euro. Somma che in gran parte è stata reperita grazie a finanziamenti regionali sulle varie leggi di settore. Devo ringraziare anche quei Comuni che hanno voluto cofinanziare l’opera sul proprio territorio ed il Consorzio Comuni del BIM Ticino che non ha mai fatto mancare la disponibilità. Sono ad oggi in fase di progettazione ulteriori prolungamenti, quale quello tra Cuveglio e Cuvio e quello tra Gavirate e Cocquio Trevisago, per il quale la Provincia di Varese ha assegnato un importante finanziamento. Il mio obiettivo, o se preferite, il mio sogno, è di permettere ad un cicloturista di inforcare una bici a Luino o a Laveno e poter arrivare fino all’anello ciclabile del Lago di Varese, o viceversa. Chilometri e chilometri lontani dal traffico, dal rumore, immersi nella natura».

«Lo dobbiamo ai nostri cittadini continua Piccolo – , lo dobbiamo ai turisti che spesso arrivano da lontano, attirati dalla calma, dal silenzio, dal relax che solo il nostro lago e le nostre montagne sanno regalare. Mi piacerebbe a breve poter realizzare una guida turistica che aiuti a conoscere meglio le aree circostanti il tracciato ciclopedonale. Ed anche ideare un brand, un logo. Una sorta di concorso aperto per la creazione di un marchio che identifichi la rete ciclopedonale dei Laghi del Varesotto e possa così essere esportato nei mercati turistici italiani ed europei».

Conclude così il Presidente Piccolo «Vogliamo riportare queste Valli a poter competere con i più illustri e blasonati luoghi della riva opposta del Verbano. Abbiamo caratteristiche diverse, noi della sponda lombarda, ma che ben si prestano ad accogliere il turismo di oggi che, in gran parte, predilige le particolarità e le originalità dei luoghi. E noi, delle Valli del Verbano, siamo ricchi di storia, di natura, di arte».

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Pubblicato il 03 Febbraio 2017
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