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Immigrazione e integrazione, Luino scopre che si può fare

L'incontro pubblico organizzato dall'associazione ContemporaneaMente fa emergere l'urgenza di una rete di volontariato per creare occasioni di integrazione e arricchimento reciproco partendo dai rifugiati ospitati nei comuni dell'Alto Varesotto

Parlare di immigrazione per conoscere il fenomeno e per aiutare il territorio a fare rete perchè questo sia occasione di sviluppo e non di degrado sociale. E’ forse questo il messaggio che Thierry Dijeng, coordinatore del comitato 1 Marzo di Varese ha lasciato alla platea composta da una sessantina di persone a Palazzo Verbania di Luino, venerdì sera, nonostante la serata gelida per l’appuntamento con la proiezione di "A Sud di Lampedusa" organizzato dalla neonata associazione Contemporaneamente.
Il breve ma intenso ed emozionante documentario di Andrea Segre sul lungo viaggio attraverso l’Africa che ogni anno milioni di persone affrontano per migrare verso Libia ed Europa, ha aperto una serata di sicuro interesse per i luinesi vista la scarsità di iniziative pubbliche su questo tema nonostante anche nell’Alto Varesotto le amministrazioni hanno accolto gruppi più o meno piccoli di rifugiati dalle guerre civili che hanno caratterizzato la cosiddetta "primavera araba", scoppiata proprio un anno fa con i primi disordini in piazza Tharir de Il Cairo, in Egitto, e presto allargatasi a tutti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Il giornalista Orlando Mastrillo di Varesenews ha posto una serie di domande a Dijeng, invitato per portare un’esperienza di integrazione nella provincia dove un partito in parte xenofobo come la Lega Nord ottiene regolarmente il quasi il 30% dei voti. «A Varese negli ultimi 20 anni ho trovato molti muri e qualche varco nel quale fare cose buone – ha raccontato Dijeng, raro esempio di intercultura grazie ad origini franco-senegalesi – ma davanti al dramma umano dei rifugiati dell’hotel Plaza di Varese non ho avuto le risposte che cercavo dall’amministrazione comunale». Il promotore della giornata del 1° Marzo sostiene che oltre l’accoglienza non si è data la possibilità a questa nuova ondata migratoria verso l’Italia di creare un "nuovo umanesimo".

Se a Varese e nell’area sud della provincia qualche germe di collaborazione tra associazioni dedicate ai migranti è già presente da tempo (a Busto Arsizio esiste una scuola di italiano da 20 anni, a Legnano opera la Scuola di Babele e la rete Stranitalia), man mano che si sale verso nord fino ai confini con la Svizzera, l’iniziativa è lasciata solo ai privati e a piccole realtà associative. Una di queste è l’Aisu (Associazione interculturale per lo Sviluppo Umano), una bella realtà che sta muovendo i primi passi e che, proprio nella serata a Palazzo Verbania ha fatto sentire la sua presenza con gli interventi di due dei promotori Sergio Moalli e Patrizia Martino, quest’ultima ne ha parlato alla platea: «Siamo un’associazione che sta cercando di promuovere una scuola di italiano, per questo abbiamo anche la certificazione – ha raccontato la dirigente dell’istituto comprensivo Luini – abbiamo anche organizzato alcune iniziative con le donne marocchine e ucraine che hanno riscosso un buon successo di partecipazione».

L’incontro organizzato da Contemporaneamente è stato molto partecipato grazie anche ad altri interventi dalla platea come ad esempio il consigliere comunale Alessandro Franzetti che ha auspicato "una maggiore collaborazione tra le realtà associative presenti, compresa la neonata Contemporaneamente e magari organizzando un evento sportivo per coinvolgere le realtà cittadine, le associazioni e i rifugiati". Soddisfazione, dunque, da parte degli organizzatori della proiezione e del dibattito: «Con questo primo evento – ha detto la presidente Lucrezia Spiezio – abbiamo dimostrato che la gente ha voglia di partecipare e riempire una lacuna. A partire dal 9 marzo (aperitivo alle 18, ndr) inauguriamo la mostra di Annalisa Fulvi proprio nelle sale di Palazzo Verbania». Per il programma completo si rimanda al sito www.contemporaneamente.net oppure alla pagina fan di Facebook.

Pubblicato il 12 Febbraio 2012
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