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La nube radioattiva? Livelli molto al di sotto dei limiti

Marc De Cort, responsabile del servizio che monitora l'attività radioattiva in Europa, parla del tema radioattività in tempi normali e in emergenza. E conferma: "L'attività radioattiva è ampiamente al di sotto dei limiti d'emergenza"

Come allertarsi per il tornado quando fuori c’è la brezza. Questo è il senso della preoccupazione degli italiani per l’arrivo della “nube radioattiva” giapponese in Europa.
Così spiegano gli esperti del CCR di Ispra, il centro europeo sul Lago Maggiore che monitora molte delle situazioni ambientali – compresa quella della radioattività – per tutta la comunità europea.

«Noi diamo supporto tecnico scientifico all’unità di radio protezione della Direzione Generale dell’ Energia, che ha sede a Lussemburgo. Per loro noi sviluppiamo sistemi di scambio di informazioni internazionali nel campo della radiottività ambientale – spiega Marc De Cort, responsabile del servizio -. Innanzitutto c’è una parte di routine, giornaliera: i paesi membri sono obbligati a spedirci ciò che misurano nell’ambiente in modo continuativo, secondo una norma che proviene dal trattato Euratom. Noi lavoriamo i dati in un database detto REM (Radioactivity Enviromental Monitoring): i paesi membri spediscono i dati, noi li verifichiamo e facciamo un rapporto annuale, naturalmente in situazioni normali».

Ovviamente, il laboratorio ha anche sistemi di supporto in caso di emergenza:  «Si chiama ECURIE (European Community Urgent Radiological Information Exchange). E’ questo è il sistema ufficiale della commissione europea che i paesi membri devono utilizzare per prender contromisure di protezione della popolazione in caso di aumento di radioattività nell’ambiente – Contina de Cort -. Di norma, il sistema viene attivato dal paese membro in caso di necessità, per prendere misure a favore della sicurezza dei cittadini che autorità competente decide. In questo caso nei paesi sono obbligati ad informare le struttura europea. E per il momento non l’ha fatto nessuno: soprattutto perchè non c’è nessuna ragione per prendere azioni a favore della sicurezza. L’attività è quasi immisurabile e sicuramente non ha alcuna conseguenza per la salute in queste zone».

Ma allora perchè si parla di “nube”?
«Perchè in realtà si può misurare qualcosa, che può far definire il misurato come “nube”. Ma tale misurazione può avvenire solo con apparecchiature sofisticate, perchè la soglia di misura è molto bassa».

A riprova di questo fatto c’è la mappa del sistema EURDEP (European Radiological Data Exchange Platform) , che è aggiornata costantemente on line, che visualizza e monitora l’attività radioattiva in tutta Europa. La mappa, ad oggi 24 marzo 2011, mostra una serie di puntini verdi e blu, segni di una radioattività molto bassa. «EURDEP è un sistema di monitoraggio che serve per le emergenze, che dà la situazione europea in caso di incidente nucleare nel continente. Lo Stato che si può vedere, al momento è questo. E quei puntini che parlano di una attività bassa dipendono da situazioni ambientali naturali come banali condizioni meteo, per esempio».

Verificare direttamente, anche nei prossimi giorni, è semplice: basta andare nel sito http://eurdep.jrc.ec.europa.eu, ed entrare nella parte “EURDEP public map”.

Pubblicato il 24 Marzo 2011
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