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“Dovranno regolarizzarsi ma intanto si pensi a un’alternativa”

Il consigliere dell'opposizione Carabelli commenta l'ordinanza del sindaco che impone lo sgombero dello stabile di via Cavour, sede dell'Associazione islamica

«L’associazione islamica di Sesto Calende dovrà ora investire delle risorse per rendere legittima e sostenibile la propria presenza nei locali di via Cavour ma a quel punto anche l’amministrazione dovrà prenderne atto». Sullo sgombero dei locali di via Cavour, luogo di ritrovo e sede dell’Associazione islamica di Sesto Calende è intervenuto il consigliere comunale Claudio Carabelli del gruppo Insieme per Sesto. Il rappresentante dell’opposizione in consiglio comunale ha commentato l’ordinanza del sindaco leghista, Marco Colombo, che impone lo sgombero dell’edificio di via Cavour 39 chiedendo di non ignorare il diritto degli immigrati di fede musulmana di avere un luogo per pregare. Sulla questione, secondo Carabelli, c’è ancora molto da chiarire: «Si deve uscire dall’ambiguità di sostenere che il diritto al luogo di culto sia la stessa cosa del diritto alla preghiera – prosegue  – e in attesa degli interventi sull’immobile da parte dei referenti dell’associazione mi sembra corretto che venga trovata una soluzione che garantisca la preghiera: si potrebbe ripartire dalla proposta dello Sporting di  Lisanza». 

«Il sindaco dice che non vi sono altre ragioni che le norme di sicurezza dei fabbricati. Se è sincero non ostacoli una soluzione in accordo con la proprietà – commenta l’ex primo cittadino e attuale consigliere provinciale del Pd Roberto Caielli -. Il Comune non dia l’immagine di agire per pregiudizio anti islamico e trovi una soluzione trasparente. La "linea dura" non serve a nulla se non a dar lavoro agli avvocati».

Pubblicato il 17 Febbraio 2011
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