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“Frontiera”, il centro culturale che unisce

Prima uscita pubblica il 3 aprile con Elisabetta Sgarbi sorella del famoso critico. “Il nostro progetto ha l’obiettivo di coinvolgere associazioni ed enti pubblici”

Dire che è nata una nuova associazione è men che niente, se non se ne spiegano le ragioni e i fini.
Già il nome che s’è data – Centro Culturale Frontiera – è un sicuro riferimento alle nostre radici culturali. Non sappiamo per quale motivo Vittorio Sereni abbia titolato “Frontiera” la sua prima raccolta di poesie. Forse pensava a quell’altra parte di terra lombarda da noi politicamente divisa, ma di sicura identità culturale, come hanno testimoniato con le loro opere lo stesso Sereni, Dante Isella, Giancarlo Vigorelli, Gadda e tanti altri da qua dal confine; Giovanni Orelli, Giorgio Orelli, Bixio Candolfi e altri, dall’altra parte.
Fondato su questo humus, il Centro Culturale Frontiera, associazione apolitica e aconfessionale come recita l’Atto Costitutivo, s’è posto l’obiettivo di contribuire a incrementare e diffondere nell’Alto Verbano la cultura in ogni sua forma, sia umanistica che scientifica, privilegiando la collaborazione con gli enti già operanti nella zona e nella confinante Svizzera Italiana.
«Frontiera non nasce quindi con la pretesa di essere l’unico dispensatore di cultura sul nostro territorio; intende invece coordinare le reciproche iniziative, sulla base di progetti ampi e organici, favorendo lo scambio di competenze, l’integrazione di temi per una più efficace promozione della cultura e comunicazione con il pubblico», come ha spiegato Francesca Galante, vice presidente della neonata associazione.
Un atto di umiltà e al tempo stesso di buona volontà che non dovrà suscitare diffidenza o pregiudizi verso il nuovo arrivato.
La prima iniziativa che Frontiera intende realizzare sarà la presentazione del volume “Il pianto della statua”, autori Elisabetta Sgarbi e Giovanni Reale, edito da Bompiani, e la proiezione del film che porta lo stesso titolo, prodotto da Betty Wrong, per la regia di Elisabetta Sgarbi con musiche di Franco Battiato e Roberto Cacciapaglia.
Il libro è una riflessione filosofico-ermeneutica di Giovanni Reale sull’importanza che i “compianti” in terracotta di Niccolò Dell’Arca, Guido Mazzoni e Antonio Begarelli rivestono nella storia dell’arte e nella storia del pensiero estetico. E in particolare nel loro essere autentici e sovversivi rispetto all’ideale classico fissato nel V secolo da Platone.
Il film, dichiara Elisabetta Sgarbi, «nasce dal desiderio di fissare con l’occhio critico ma anche appassionato della macchina da presa quell’ideale modello di teatro sacro che sono i compianti dell’Emilia Romagna, preziosi gioielli dell’arte rinascimentale in cui si esprime l’intenzione degli artisti di rappresentare la luce della fede attraverso l’immagine straziata del Cristo deposto».

Il testo e il film saranno presentati dagli autori Elisabetta Sgarbi e Giovanni Reale presso il Teatro Sociale di Luino il giorno 3 Aprile alle ore 21.
La partecipazione è libera a tutti, senza onere di sorta.

Pubblicato il 04 Marzo 2009
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