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Il mercato di Sesto Calende torna in centro ma le condizioni non piacciono agli ambulanti

Approvato lo schema per il ritorno del mercato sul Ticino. L'associazione di categoria ritiene, con un parere non vincolante, che la ridistribuzione dei 74 banchi equivalga a un "nuovo mercato cittadino", l'amministrazione la considera una semplice "ristrutturazione". Da questa divergenza si accende un dibattito che riguarda le metrature e l'assegnazione dei posti

mercato sesto calende

Con il voto di martedì 13 marzo, il consiglio comunale di Sesto Calende ha approvato in via definitiva lo schema per riportare i 74 banchi lungo il Ticino.

Scongiurata già a inizio 2024 l’ipotesi della divisione in due aree dei banchi, la proposta “unitaria”(qui nel dettaglio) presentata a gennaio dal sindaco Giovanni Buzzi e dal suo vice Edoardo Favaron è stata accolta (favorevole la maggioranza, astenuta l’opposizione) durante una lunga seduta cittadina, in cui non sono mancati momenti di forte tensione tra le due parti. Le ostilità e i nervosismi caratteristici in questi cinque anni di legislatura sestese hanno allungato ulteriormente i tempi di un corposo ordine del giorno, comportando, con lo scoccare della mezzanotte e la conseguente fine della seduta per “interruzione dello streaming”, il rinvio dell’interpellanza sulla Nuova Marna a fine mese, verosimilmente nella penultima assemblea prima delle elezioni di giugno.

L’approvazione in consiglio per il ritorno del mercato in centro, ultima fase dell’iter amministrativo (il processo burocratico completerà il trasferimento entro giugno), non implica novità rispetto alla piantina presentata quest’inverno (nella foto sotto).Come già noto, la realizzazione di un marciapiede “chiuderà” Piazza Mazzini così da evitare promiscuità tra l’area pedonale delle bancarelle e la strada aperta al traffico veicolare. Il principio cardine seguito dall’amministrazione per la stesura di un nuovo progetto è sempre stata la “sicurezza” che dovrà essere garantita dal «mercato ristrutturato»: conditio indispensabile è infatti l’accessibilità di mezzi soccorso su Viale Italia – cosa difficilmente praticabile quando lo storico mercato era impiantato su uno stretto doppio filare lungo il Ticino.

MERCATO NUOVO O MERCATO RISTRUTTURATO? LA DISPUTA SULLA METRATURE

Proprio il termine “ristrutturato” ha innescato un ampio dibattito, sia in consiglio comunale, ma, soprattutto con l’associazione di categoria Anva, contraria alle condizioni dettate dall’amministrazione per il “rimpatrio”.

Andiamo con ordine, partendo da quanto spiegato da Buzzi e da Favaron in consiglio comunale ieri sera.

Secondo il primo cittadino il fatto che il mercato venga “ristrutturato” in centro, anziché ricostituito o considerato “nuovo”, rappresenta un meccanismo di salvaguardia degli ambulanti e dei mercatanti: «Dal punto di vista normativo il mercato ufficiale approvato da Regione Lombardia è ancora quello in centro. In questi quattro anni il mercato nella zona del campo sportivo (spostato con lo scoppiare della pandemia, ndr.) ha avuto una “dimensione eccezionale”. Applicare una “ristrutturazione del mercato” vuol dire comunicare a Regione la soppressione degli stalli sovrastimati, molti dei quali non più utilizzati già da prima del trasferimento, e la conseguente (ri)distribuzione. Ciò significa fornire delle regole e dei diritti per la graduatoria dell’assegnazione dei posti. Se avessimo optato per la creazione di un “nuovo mercato” allora i diritti d’anzianità pregressi e maturati negli anni passati non sarebbero più stati tenuti in conto».

Un ragionamento bocciato tuttavia da Anva, favorevole al ritorno sul lungofiume – in passato non mancarono manifestazioni di disappunto da parte di alcuni mercatari – ma contraria ai criteri adottati dalla giunta, in particolare alla riduzione delle metrature dei banchi.

A generare confusione nell’associazione di categoria sono i termini usati dal Comune, che nella presentazione del progetto fa esplicitamente riferimento a «il nuovo mercato cittadino».

«Se si tratta di un nuovo mercato cittadino riteniamo che si debba ricorrere a un bando per l’assegnazione dei posteggi – commenta l’associazione . Diversamente, se si tratta di una riqualificazione del mercato, le concessioni devono restare tali con le metrature attuali così come le concessioni».

Questa mattina, il presidente di Anva Carlo Belletta ha convocato tra i banchi del mercato sestesi i giornalisti e ha aggiunto alla stampa: «La riduzione delle metrature volute dal Comune creerebbe dei una serie di problemi ai mercanti. Alcuni grossi camion avranno serie difficoltà a parcheggiare, soprattutto in caso di un posteggio in ritardo, anche minimo, perché gli spazi saranno insufficienti per le manovre. Inoltre, nelle giornate di pioggia e di vento la sovrapposizione tra le tende fisse dei banchi renderà alcuni posti impraticabili. Ad ogni modo, riteniamo che questo sia a tutti gli effetti un nuovo mercato, il precedente sul lungofiume contava quasi 70 banchi in più. Un bando di assegnazione porterebbe allora un nuovo diritto di inserimento, nel rispetto di chi ha sempre esercitato a Sesto Calende. Per noi criteri devono essere: l’anzianità, la presenza e la regolarità contributiva».

BUZZI: “PARERE DI ANVA NON VINCOLANTE E CHE LASCIA ESTERREFATTI”

Il parere, negativo, di Anva protocollato al Comune, obbligatorio senza essere però vincolante per la ristrutturazione del mercato, è stato commentato anche in consiglio comunale.

«È qualcosa che mi lascia esterrefatto – dichiara Buzzi -. Mi pare assurdo che l’associazione di categoria che rappresenta gli ambulanti di Sesto Calende chieda un bando con le regole del mercato nuovo. In questo caso non ci sarebbe nessuna garanzia per chi adesso ha la licenza, il rischio è di essere messi sul lastrico. Tra l’altro il parere non è nemmeno arrivato nei termini consentiti (15 giorni dalla presentazione del progetto). Se avessero voluto fare un’azione con un minimo di efficacia, dato che il parere non è vincolante, allora avrebbero potuto presentarlo almeno entro i termini stabiliti».

DISAPPUNTI E POLEMICHE: “NELLE DELIBERA SCRITTE COSE NON VERE”

Chi si è astenuto dall’approvare il progetto in consiglio comunale sono le opposizioni di Sesto2030 e Insieme per Sesto, da sempre favorevoli al ritorno in centro e altrettanto insofferenti nella gestione della questione, ritenuta troppo lenta e dannosa per gli ambulanti e i cittadini.

«Siamo contenti del ritorno in centro, non per una nostra presa di posizione ma perché questa è l’espressione della volontà della maggior parte dei cittadini sestesi e dei lavoratori del settore» così Simone Danzo di Sesto2030 in dichiarazione di voto: «Purtroppo siamo anche sconcertati dal metodo utilizzato in questi anni: si poteva fare prima, fare meglio e si poteva evitare che il mercato per quattro anni vivesse una situazione provvisoria. Stasera sembra che il ritorno in centro sia più il frutto di una scadenza elettorale (a giugno le elezioni comunali, ndr) che una reale volontà».

Simile è la considerazione di Roberto Caielli di Insieme per Sesto: «Per ottenere un primo progetto, quello fatto dal Comune a fine ottobre che divideva in due aree i banchi, è servito più di anno dalla fine della consultazione, mentre il progetto arrivato dal presidente dei commercianti (diverso dal progetto definitivo votato poi in consiglio, ndr.) per il ritorno sul lungofiume ha impiegato meno di un mese. Nella delibera di stasera si legge che il parere di Anva è favorevole, quando invece non è così. Ciò deve essere messo agli atti da parte di chi si assume la responsabilità di votare una delibera scritta in questo modo».

Soddisfatto dell’approvazione in consiglio comunale è naturalmente il capogruppo della maggioranza (Lega della Libertà) ed ex sindaco Marco Colombo:« All’interno della nostra maggioranza ci sono state opinioni divergenti, fa parte della bellezza di amministrare la città con un gruppo che rappresenta la città. Per prima cosa ci siamo confrontati e poi abbiamo ascoltato la città con una consultazione popolare (scelta volontaria e non prevista per legge, ndr.), la seconda in quindici anni, così come abbiamo ascoltato gli ambulanti, anche singolarmente con il vicesindaco Favaron. Il risultato di questo importante lavoro è il voto di stasera per riportare in centro il mercato in sicurezza. Sono dispiaciuto dell’astensione delle minoranze, in questi anni di minoranza ottusa e denigratoria ha fatto tanto tam-tam sul mercato mentre quest’amministrazione lavorava per proteggerlo nel periodo del covid, il periodo più duro dai tempi della guerra».

Posizionato dunque l’ultimo tassello politico-amministrativo su una delle vicende più discusse nella città sul Ticino, a quasi quattro anni del trasferimento la complessa fase del mercato di Viale Lombardia si avvicina ora alla sua conclusione. Quando l’ufficio tecnico stilerà la graduatoria, i banchi potranno scegliere la propria posizione nel centro della città e tornare a lavorare sul lungofiume.

Pubblicato il 13 Marzo 2024
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