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“Canneti in rete”: sette Comuni fanno sistema per la tutela dell’habitat del Lago Maggiore

Coordinate dalla Provincia, sette amministrazioni cureranno con droni e song meter il monitoraggio dell'area dei Canneti sulle rive del Lago. "Un lavoro di squadra che coinvolge professionisti e cittadinanza, perché la natura non guarda certi confini"

Canneti in rete - angera - milo manica

I Comuni lombardi del Basso-Medio Verbano fanno rete insieme alla Provincia all’interno di un progetto di monitoraggio e tutela della flora e della fauna lacustre.

Dal valore complessivo di 130mila euro grazie al finanziamento di un bando Pnrr, il nome del progetto è Canneti in rete e coinvolge – in un sistema che vede come ente capofila la Provincia di Varese – Sesto Calende, Angera, Ranco, Ispra, Monvalle, Brebbia e Besozzo. L’obiettivo primario è quella di fotografare la situazione della zona di protezione speciale “Canneti del Lago Maggiore, area naturale zps (zona di protezione speciale) delle rete ecologica europea Natura 2000 (suddivisa in quattro diversi habitat), la cui gestione è affidata a Villa Recalcati.

Come spiegato dalla progettista Claudia Longhi, il monitoraggio avverrà attraverso tecniche innovative che comprendono l’utilizzo di foto-trappole, registratori, droni e altri strumenti utili a mappare l’area e a preservarne una «salvaguardia a lungo termine» delle specie presenti. Nel frattempo, parallelamente, ciascun Comune contribuirà all’iniziativa mettendo a disposizione risorse e personale per comunicare alla cittadinanza lo svolgimento del progetto. Altrettanto fondamentale per Canneti in rete è infatti aumentare e trasmettere una maggiore conoscenza e consapevolezza del territorio del Lago Maggiore, anche alle generazioni più giovani. 

L’HABITAT  E LE MINACCE 

La zps dei Canneti comprende la costa del Verbano che va, in maniera non continuativa, da Monvalle a Sesto Calende, occupando alcune aree di grande valenza naturalistica (la riserva della biosfera Ticino Val Grande Verbano), come per l’avifauna nelle fase di nidificazione, migrazione e svernamento. Le “minacce” dell’habitat sono rappresentate dalla presenza sempre più massiccia di specie aliene invasive tra cui l’ormai noto gambero della Lousiana e il coleottero giapponese, oltre naturalmente ai cambiamenti climatici che alternano cicli vitali e i livelli annuali del lago. «Attraverso la partecipazione i cittadini potranno segnalare la presenza di specie particolari anche grazie al  coinvolgimento da parte dei professionisti che parteciperanno ai monitoraggi».

“UN LAVORO DI SQUADRA, LA NATURA NON GUARDA CERTI CONFINI”

«Quello di oggi è solo un primo passo» commenta il vicesindaco di Angera e assessore all’ambiente Milo Manica durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, nella sala consiliare di Angera, che in realtà si è rivelata già un primo tavolo di lavoro e di confronto insieme al consigliere provinciale Michele Di Toro, il sindaco di Angera Marcella Androni, di Ranco Franco Cerutti, di Sesto Calende Giovanni Buzzi, di Monvalle Franco Oregioni e oltre agli assessori all’ambiente Jole Capriglia e Davide Facciola. «Il progetto darà basi conoscitive condivise per fare sistema, due elementi indispensabili per poter agire con consapevolezza».

Concorde il primo cittadino sestese Buzzi: «La natura non guarda e non ragiona secondo i confini delle amministrazioni. Per questo ciascuna componente dovrà fare la propria parte, fidandosi, al tempo stesso, del giudizio della componente scientifica del progetto».

Canneti in rete

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Pubblicato il 16 Febbraio 2024
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