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Candidatura all’Ambrogino d’Oro per il funzionario comunale di Sesto Calende Marco Oreste Marelli

Il funzionario comunale di Sesto Calende è rientrato tra i 240 candidati per la sua opera poetica celebrativa della città di Milano, città di cui è originario. Il suo nome compare accanto a quello di Stefano Pioli e Diego Abatantuono. "Un'emozione e un grande onore"

Marco Oreste Marelli

L’Ambrogino d’Oro di quest’anno potrebbe avere un pizzico di Lago Maggiore. Dietro al responsabile dell’area affari generali del Comune di Sesto Calende si cela l’animo di un poeta candidato alla prestigiosa benemerenza civica di Milano. Quasi una doppia vita, tra le carte della Città sul Ticino e le parole dell’arte, quella del dottor Marco Oreste Marelli, che, negli stessi giorni in cui era alle prese con la gestione della “consultazione popolare” per il posizionamento del mercato sestese, ha ricevuto anche la grande soddisfazione di rientrare nel novero delle 240 candidature, di cui 119 di persone fisiche, pervenute al Comune di Milano.

(Nella foto, Marelli, a sinistra, premiato dal giornalista Michele Cucuzza)

Originario del capoluogo lombardo, oggi Marelli (in passato al servizio a Cardano al Campo e a Busto Arsizio) vive e lavora sul Lago Maggiore, tra Nebbiuno e Sesto Calende, anche se i ricordi di gioventù, gli scenari dei navigli e i personaggi milanesi rimangono sempre un’importante fonte di ispirazione per i versi:«Questa candidatura mi emoziona molto e mi onora – commenta Marelli l’indomani della candidatura -. Indipendentemente dall’esito finale, ringrazio tutti quanti hanno creduto in me e nella mia creatività da avermi proposto per un riconoscimento così importante. Io amo profondamente Milano, mia città d’origine e dei miei avi, a cui rimango affettuosamente legato, pur essendomi trasferito da alcuni anni a Nebbiuno, sul Lago Maggiore. A questa città ho dedicato diverse poesie che ne celebrano luoghi e monumenti, come “I Navigli milanesi”, “I grattacieli di Milano”, “La Ca’ Granda di Milano Università Statale”, “Il Derby milanese”, “I fumetti di Bonelli” editore milanese, “Pencho Slaveykov” poeta bulgaro la cui statua è collocata in via Brolo.

Marelli rientra così nella lista di candidature che conta vere e proprie icone per la città meneghina, dall’allenatore col tricolore sul petto Stefano Pioli alla scrittrice Sveva Casati Modigliani, passando per l’artista Maurizio Cattelan e l’attore “eccezionale veramente” Diego Abatantuono. Come spiegato dal regolamento, le benemerenze di Milano vengono infatti conferite ogni sette dicembre, giorno del patrono milanese, a “coloro che, con opere concrete nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico, con particolare collaborazione alle attività della pubblica amministrazione, con atti di coraggio e di abnegazione civica, abbiano in qualsiasi modo giovato a Milano, sia rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù, sia servendone con disinteressata dedizione le singole istituzioni”.

Firmatari della candidatura di Marelli il professor Lucio Camaldo, docente di diritto processuale penale all’Università degli Studi di Milano, sua sorella Albarosa Camaldo, professoressa di lingua italiana per stranieri per il medesimo Ateneo, il people manager di Intesa San Paolo Gian Luca Granziera e la scultrice e creatrice di gioielli Marina Chiocchetta. A loro si sono uniti anche la studentessa di economia dell’Università Cattolica di Milano Martina Lastella, il security network Giorgio Ghezzi, il tecnico di strumenti per biologia molecolare Massimiliano Di Trani, il pensionato Orazio Palermo e altri ancora. Personalità diverse ma tutte accomunati dall’apprezzamento delle composizioni del dottor Marelli.

Sulle chance di ottenere l’ambito riconoscimento, Marelli chiosa, tenendo incrociate le dita: «Immagino che, tra tanti illustri candidati dai profili differenti, non sarà facile per la Commissione comunale stabilire a chi assegnare le 15 medaglie d’oro previste, con su impressa l’effigie di Sant’Ambrogio, nonché i 20 attestati di Civica Benemerenza. Io non ho la popolarità di certi nomi che ogni giorno compaiono in televisione, ma mi auguro che la fama di un candidato non rappresenti il criterio determinante per l’assegnazione del riconoscimento, dato che ci sono davvero tante persone a dar lustro alla mia Milano, di cui spesso non ci si accorge dell’esistenza».

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Pubblicato il 24 Ottobre 2022
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