S’è spento ieri a Biella, nella casa di riposo Belletti Bona dov’era ricoverato da qualche anno, l’artista intrese Carlo Rapp, 89 anni. Personaggio poliedrico. Diplomato all’Accademia Albertina di Torino come maestro vetraio aveva poi allargato la sua creatività alla pittura, all’incisione, alla scultura. Formatosi, oltre che in Italia, in Francia, Svizzera e Germania era sempre rimasto legato a Intra, dov’era nato nel 1932 da famiglia alsaziana e al Verbano e al Lago Maggiore. Nel 2019 era stato a Vignone ad inaugurare il bassorilievo “La Libertà” in piazza Pertini, ospite per due giorni de “Il Chiostro”.

Tra i suo lavori più importanti la Via Crucis nella chiesa di Pavignano (Biella), progettata dall’amico Nicola Mosso, la vetrata della cappella della stazione di Porta Nova a Torino, le sculture in bronzo della parrocchia di Gesù Redentore. Intensa anche l’attività nella sua terra d’origine, grazie all’amicizia con l’editore libraio Carlo Alberti, che lo convinse a raccogliere in volumi. L’ultima mostra di sue incisioni ed acquerelli nel 2018 a Omegna. Nonostante si fosse trasferito a Biella, città di residenza della moglie, era rimasto legato alla terra d’origine dove tornava appena possibile e che amava ricordare: “Il lago è la mia patria è il luogo dei miei padri, sul lago ho vissuto gli accadimenti più intensi che a un uomo capita di vivere”. E’ in riva al lago che ha potuto conoscere e fare amicizia con Piero Chiara e Gianandrea Gavazzeni, proprietario di una villa a Baveno.

Vedovo da 12 anni, da 4 aveva trasferito la sua residenza nella casa di riposo dov’è mancato. Martedì alle 14,45 i funerali nella Basilica Antica di Oropa. Poi la sepoltura nello stesso cimitero dov’è sepolta la mogie.