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Sepoltura bambini mai nati: in arrivo il servizio all’ospedale di Angera

Il progetto è promosso dall'associazione "Difendere la vita con Maria onlus". Accordi già presi con Asst Sette laghi. Si attende il parere del Comune di Angera

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Un’area del cimitero dove conservare i resti dei feti abortiti. L‘associazione “Difendere la vita con Maria onlus” (Advm) è al lavoro per attivare il servizio di “sepoltura dei bambini mai nati” anche all’ospedale Carlo Ondoli di Angera. Don Maurizio Gagliardini, presidente di Advm, ha illustrato i particolari del progetto nell’incontro che si è tenuto lunedì 15 giugno nella chiesa di santa Margherita a Cadrezzate con Osmate per inaugurare la formazione della nuova commissione locale dell’associazione.

La legge italiana dà la possibilità ai genitori, o a chi per essi, di richiedere i resti del feto per la sepoltura fino a 24 ore dall’espulsione. «Noi – spiegano i membri di Advm – vogliamo fare la parte del “chi per essi”, ritirare i resti su richiesta dei genitori e procedere alla cerimonia di sepoltura».

In particolare, il progetto prevede prima di tutto il ritiro periodico dei feti abortiti in accordo con il personale dell’ospedale. A questo punto le pompe funebri trasportano i resti verso il luogo dove saranno conservati in attesa della sepoltura a cura del personale cimiteriale. «La lapide – sottolinea don Maurizio Gagliardiniè una parte fondamentale della cerimonia. La lastra non riporta nessun nome, ma ha incisa la data dell’aborto, in modo da permettere ai genitori di riconoscere il luogo dove riposa il loro bambino».

I costi per la sepoltura dei bambini mai nati sarebbero coperti interamente dall’associazione, ma prima di attivare il servizio è necessario il parere favorevole del Comune di Angera. Intanto Advm ha già stretto un accordo con Asst Sette laghi, l’azienda che gestisce l’ospedale di Angera, che per l’occasione ha pubblicato una manifestazione di interesse. In provincia la sepoltura dei bambini mai nati è una realtà già attiva negli ospedali di Varese e di Cittiglio.

«La sepoltura – spiega don Maurizio Gagliardini – è per noi il primo passo di un progetto pastorale più ampio di elaborazione del lutto. L’aborto, anche se volontario, non è mai una scelta facile, ed è spesso accompagnato da dolore, sofferenza e rimorso. Vogliamo quindi promuovere anche qui il nostro servizio di ascolto per le mamme e i papà che hanno vissuto questa esperienza terribile. Le nostre volontarie del centro di ascolto all’inizio erano convinte che avrebbero risposto quasi solamente a delle donne, ma col passare degli anni ci siamo accorti che a telefonare erano anche molti uomini. Infatti, tra i genitori sono proprio i papà quelli che più fanno fatica a gestire le emozioni nei momenti difficili».

«Il nostro progetto – ci tiene a precisare Gagliardini – non vuole diventare una lotta contro l’aborto, ma un gesto discreto d’amore, per non lasciare soli i genitori e aiutarli ad affrontare il loro dolore».

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Pubblicato il 17 Giugno 2020
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