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Il farmacista: dispositivi di sicurezza irreperibili. Dallo Stato nessun aiuto, costretti a trovare soluzioni alternative

Un aiuto alle famiglie è arrivato dai volontari della Protezione Civile

Mentre quasi tutte le attività chiudono, le farmacie diventano sempre più un punto di riferimento per la lotta degli italiani al Coronavirus. “Stiamo cercando di gestire nel miglior modo possibile la situazione” afferma Massimo Nobili, della Farmacia Ossolana.

“Prima le persone entravano in due alla volta, ora soltanto una”. Un tema ricorrente di queste settimane di emergenza è quello relativo ai dispositivi di sicurezza individuale, praticamente irreperibili: “Dallo Stato non abbiamo ricevuto ancora aiuto, quindi siamo stati costretti a trovare soluzioni alternative, perché la richiesta è immensa” afferma. “Noi in Farmacia indossiamo dei guanti acquistati al supermercato e delle mascherine fabbricate da una sarta per essere più sicuri. La sarta, anche lei rimasta senza lavoro, ci consegna queste mascherine al ritmo di circa cento al giorno e noi le vendiamo a un prezzo deciso da lei. Sono mascherine di tessuto, riutilizzabili una volta fatte bollire, e stanno andando a ruba: la voce si è sparsa, noi prendiamo gli ordini e lei le fabbrica. Alcune persone che facevano consegne per conto dell’Asl non le avevano e gliele abbiamo date noi”.

Le stesse difficoltà si stanno riscontrando per altri dispositivi: “I grossisti al momento non riescono a far fronte alle richieste di disinfettanti e alcol, mentre i termometri a distanza e i saturimetri sono irreperibili da un mese. Noi chiamiamo i fornitori più volte al giorno ma la situazione per il momento non si sblocca” spiega Nobili.

Un aiuto, invece, è arrivato dai volontari della Protezione Civile: “Pochi giorni fa ci hanno consegnato 160 mascherine, per distribuirne una a ogni nucleo familiare. Stanno facendo un grande lavoro: ne hanno consegnate già 6.000 in tutta l’Ossola” conclude.

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Pubblicato il 03 Aprile 2020
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