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La Svizzera verso il voto per la nuova legge sulla caccia

La revisione che ha tra i suoi obiettivi la regolazione della popolazione del lupo, ha però sollevato polemiche da parte di alcuni partiti politici e organizzazioni ambientaliste

lupo apertura

La Svizzera si avvicina alla votazione popolare del 27 settembre per dire “sì” o “no” alle modifiche che il Consiglio federale ha apportato alla legge sulla caccia. La revisione che ha tra i suoi obiettivi principali la regolazione della popolazione del lupo, ha però sollevato diverse polemiche da parte di alcuni partiti politici e organizzazioni ambientaliste.

«La legge attuale – spiegano dall’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) – risale al 1985. All’epoca in Svizzera il lupo era estinto da tempo. Il primo esemplare è tornato nel 1995, mentre al momento si contano otto branchi e un totale di circa 80 lupi. Il numero continuerà a crescere e i Cantoni hanno bisogno di uno strumento che consenta loro di intervenire in modo previdente sulle popolazioni. Gli abbattimenti hanno l’obiettivo di far sì che i lupi mantengano la loro timidezza nei confronti degli esseri umani e degli insediamenti. Soltanto così è possibile far convivere l’uomo e il lupo».

Per quanto riguarda la regolazione della popolazione del lupo, la modifica alla legge sulla caccia copre aspetti diversi: dal ruolo dei Cantoni ai risarcimenti per i proprietari delle greggi. «I Cantoni – spiega L’Ufam – sono autorizzati a cacciare i lupi nel branco prima che causino danni. In tal modo è possibile ridurre i conflitti tra l’uomo e questa specie. Tuttavia, l’abbattimento di lupi è soggetto a diverse condizioni: i Cantoni devono procedere in modo proporzionato e non possono, ad esempio, intervenire in un branco di lupi lontano da greggi o insediamenti. Inoltre, devono giustificare previamente alla Confederazione i motivi per cui gli abbattimenti sono necessari. Il lupo rimane tuttavia una specie protetta e i branchi sono salvaguardati».

«I Cantoni – aggiungono dall’Ufficio federale dell’Ambiente – possono ancora autorizzare l’abbattimento di singoli esemplari se questi hanno causato danni nonostante l’adozione di misure di protezione delle greggi. La legge riveduta aumenta la responsabilità degli agricoltori per quanto concerne la protezione delle greggi. A differenza di oggi, riceveranno un indennizzo per le pecore e capre predate soltanto se hanno protetto i loro animali da reddito mediante recinzioni o l’impiego di cani da protezione».

La revisione alla legge prevede però anche nuove attività per lo sviluppo della fauna locale: con la realizzazione di nuovi percorsi riservati agli animali selvatici, una maggiore partecipazione da parte della Confederazione nel finanziamento delle attività cantonali di guardacaccia, e l’obbligo per agricoltori e allevatori di erigere recinzioni a misura di animale per evitare danni alla fauna selvatica.

La nuova legge sulla caccia cerca quindi di raggiungere un compromesso riguardo una questione controversa come la protezione del lupo. «Da un lato – affermano dall’Ufam – vi era la richiesta di dichiarare il lupo una specie cacciabile. Dall’altro, è stato chiesto di non intervenire sulla popolazione. La legge riveduta è una via di mezzo ragionevole: il lupo rimane protetto, ma la sua popolazione può essere controllata».

Alcuni aspetti della nuova legge avevano però sollevato le critiche da alcune parti della politica e delle organizzazioni. A votare contro la revisione in Parlamento sono stati i Gruppi socialista, Verde e Verde liberale, e alcuni liberali radicali. Nel mondo delle organizzazioni si è invece alzato un “no” da parte di Pro natura, WWF, BirdLife, Gruppo lupo Svizzera e Zooschweiz.

La critica principale riguarda il passaggio della nuova legge che permetterebbe al Consiglio federale di stabilire la regolazione di altre specie – oltre a quelle già incluse nella nuova legge – «purché vi siano motivi obiettivi per farlo». Nonostante le rassicurazioni da parte dell’Ufficio federale dell’ambiente riguardo l’intenzione di non inserire nell’elenco delle specie regolabili animali come la lince, il castoro, l’airone cenerino e lo smergo maggiore; il comitato per il “no” teme che questa norma possa in futuro dare la possibilità al Consiglio federale di autorizzare in autonomia la caccia per altre specie protette.

La convivenza tra essere umano e lupo è una questione complessa anche tra le Alpi italiane. Oltre a diversi avvistamenti, si è verificato recentemente anche un caso di aggressione ai danni di un gregge di pecore a Macugnaga, seguito alcuni giorni dopo da quello che si pensa essere stato un attacco di un branco di lupi a un altro gregge a Carcoforo.

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Pubblicato il 02 Settembre 2020
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