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Brissago, contributi ai più facoltosi e buoni da spendere in città per rilanciare le attività

L’obiettivo è quello di trattenere i “frontalieri della spesa” anche dopo la revoca del blocco dei valichi doganali con l’Italia

Contributo ai domiciliati più abbienti da dedurre dalle tasse, abbassamento del moltiplicatore (l’imposta municipale) per attirare nuovi residenti, riduzione degli investimenti programmati nel 2020, utilizzo del gettito d’imposta pregresso per alimentare un fondo da 500 mila franchi svizzeri l’anno. Queste le proposte presentate, nei giorni scorsi, dal gruppo consiliare Uniti per Brissago al municipio d’oltreconfine, il corrispondente dell’italiana Giunta ma con più poteri e soprattutto maggiori risorse finanziarie, visto che i contribuenti versano le loro tasse al comune di residenza che è tenuto a girarne parte al Cantone e parte al Consiglio federale. L’obiettivo, va da sé, è quello di trattenere i “frontalieri della spesa” anche dopo la revoca del blocco dei valichi doganali con l’Italia.

Il fondo dovrebbe alimentare buoni spesa da 100 franchi da distribuire non solo ai residenti ma anche ai titolari di seconde case che però dovrebbero utilizzarlo solo per il 30% della spesa nei negozi del paese. In questo modo, secondo i calcoli di Uniti per Brissago, si genererebbe un indotto di 1,89 milioni di franchi l’anno. Gli albergatori distribuirebbero buoni da 30 franchi a ciascuno dei loro ospiti, sempre con il vincolo di spenderli, in consumazioni o acquisti a Brissago con una ricaduta complessiva, sempre secondo i calcoli del gruppo consiliare d’oltreconfine, di 570 mila franchi l’anno sull’indotto.

Il fondo, dell’importo di 500 mila euro, andrebbe ricostituito di anno in anno per andare oltre l’emergenza Covid 19 e rilanciare le attività economiche brissaghesi, penalizzate più di altre dalla concorrenza della fascia italiana di confine da Cannobio e Verbania.

Pubblicato il 06 Maggio 2020
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