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Frontalieri, Invidia: «Bloccata la ratifica dell’accordo su doppia imposizione»

Il parlamentare Cinquestelle si scaglia contro la campagna di discriminazione dell’Udc. “Presentati emendamenti nella Manovra per i sussidi di disoccupazione”

Avarie

Sussidi di disoccupazione nella Manovra di bilancio per i lavoratori frontalieri, sotto forma di emendamenti e un’interrogazione «sui fondi che spettano a questi». E soprattutto «abbiamo ottenuto un blocco alla ratifica in Parlamento dell’accordo tra Italia e Svizzera del 2015 che porta ad una doppia tassazione dei lavoratori frontalieri)».

L’argomento interessa oltre 60 mila lavoratori italiani che ogni giorno si spostano in Svizzera a lavorare (65 mila per l’esattezza, circa 10 mila di più per le autorità svizzere) e ad occuparsi dell’argomento è il parlamentare luinese («sono di Maccagno») Niccolò Invidia.

In una nota il pentastellato attacca anche le campagne d’opinione lanciate da alcune forze politiche svizzere ai danni dei frontalieri.

«Da anni la Lega Dei Ticinesi e l’UDC (estrema destra svizzera) fanno campagne razziste contro i frontalieri italiani che ogni giorno attraversano il confine Italo-Svizzero per lavoro. Adesso che si preparano le elezioni cantonali rispuntano volantini estremamente offensivi verso italiani ed europei. Io sono di Maccagno, 10 minuti di macchina dalla Svizzera, la situazione la conosco bene. Ci ritraggono come ratti, per l’appunto ratti che ballano alle spalle del sistema economico svizzero, come recita lo slogan “Bala i ratt”. All’indecenza non c’è mai un limite».

«Se la Svizzera – continua Invidia – , Paese con 8 milioni di abitanti (2 milioni in meno della Lombardia), pensa di NON aver bisogno della manodopera italiana, ha fatto male i conti. Si stima che siano 65.000 i frontalieri italiani che ogni giorno si recano in Svizzera per lavoro. Certo, la Svizzera ha tutto il diritto di manifestare tramite dei referendum popolari le necessità dei suoi cittadini, e anche noi del Movimento 5 Stelle aspiriamo a questo per l’Italia, ma far passare il concetto che dei lavoratori regolari siano dei ratti è completamente fuori dalla realtà.
Questa campagna d’odio e di falsificazione mi tocca particolarmente in quanto molti lavoratori del mio territorio, tra questi anche mio nonno, hanno lavorato regolarmente una vita in Svizzera come liberi professionisti, pagando le tasse lì, contribuendo a creare il benessere svizzero, e oggi vengono ritratti come ratti».
Il lavoro istituzionale e diplomatico tra Italia e Svizzera è in corso.

«Attualmente – specifica il parlamentare italiano – assieme al deputato comasco Giovanni Currò, abbiamo ottenuto un blocco alla ratifica in Parlamento dell’accordo tra Italia e Svizzera del 2015 (che porta ad una doppia tassazione dei lavoratori frontalieri), non di meno ho presentato degli emendamenti nella Manovra di Bilancio per i sussidi di disoccupazione dei lavoratori frontalieri e presto un’interrogazione sui fondi che spettano a questi. Altre iniziative seguiranno il prossimo anno nelle quali coinvolgerò anche Bruxelles. Continuiamo a lavorare e lasciamo gli altri ballare».

Pubblicato il 14 Novembre 2018
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