Morto Desmond Tutu, l’arcivescovo del Sudafrica che sconfisse l’apartheid
Aveva 90 anni: con Mandela e De Klerk fu grande protagonista del passaggio incruento dall'apartheid a una società libera. Vinse il Premio Nobel nel 1983
È morto l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, uno dei simboli della resistenza all’apartheid, poi il promotore della riconciliazione, a fianco di Nelson Mandela e Frederick De KlerK.
Tutu, 90 anni, arcivescovo anglicano del Paese, Desmond Tutu ha vinto nel 1984 il premio Nobel per la Pace per la lotta nonviolenta contro il regime razzista, in un paese dilaniato dall’uso della violenza (Mandela e De Klerck, che gestirono il passaggio, furono insigniti del Nobel nel 1993).
Dopo la fine dell’apartheid, Tutu ideò e presiedette la Commissione per la Verità e la Riconciliazione (Trc), attivata nel 1995, per gestire il difficile processo di pacificazione fra le due parti della società sudafricana: mise in luce la verità sulle atrocità commesse durante i decenni di repressione da parte dei bianchi e aiutò a evitare vendette e superare i rancori della società. Il perdono fu accordato a chi, fra i responsabili di quelle atrocità commesse, avesse pienamente confessato: una forma di riparazione morale anche nei confronti dei familiari delle vittime.
«A nome di tutti i sudafricani, profonda tristezza per la morte, avvenuta domenica, di una figura essenziale della storia del Paese» ha detto presidente Cyril Ramaphosa, annunciando la scomparsa di Desmond Tutu.
Nato nel Travsvaal, trasferitosi a Johannesburg all’età di 12 anni, Tutu fu nominato pastore anglicano nel 1960 e divenne cappellano dell’Università di Fort Hare, considerata una culla del dissenso e una delle poche università di qualità per i neri (dopo la segregazione ufficializzata nel 1953). Studiò poi a Londra per lunghi periodi e divenne vescovo anglicano del Sudafrica nel 1986, primo arcivescovo nero, già impegnato nella campagna politica contro l’apartheid e a favore del boicottaggio internazionale del paese Sudafrica.
Dopo la morte di Nelson Mandela nel 2013 e quella di De Klerk lo scorso novembre, con Desmond Tutu scompare il terzo grande protagonista di una transizione che ha lasciato molti problemi, ma che fu rivoluzionaria e pacifica al tempo stesso.
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