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Andar per funghi rispettando le regole: il decalogo dell’esperto fra meteo, forma fisica e buone pratiche

Il micologo Valerio Montonati pesca nella sua esperienza decennale di raccoglitore e spiega come si affronta un tragitto, come si pianifica un'uscita: quali materiali portare, cosa fare e non fare in montagna

porcino apertura

A stagione “Micologica” inoltrata, è forse utile proporre alcune riflessioni sulle norme che regolano la materia, l’approccio con l’ambiente in cui si cercano i funghi e con i funghi stessi ed infine, ma non ultimo (anzi in primo piano), il rispetto per la propria persona. Le recentissime notizie di cercatori di funghi dispersi, feriti e perfino deceduti nel corso della ricerca impongono di affrontare subito l’argomento. Ovviamente, andando per boschi, dalla placida pianura, alle dolci colline fin sulle aspre montagne, qualche piccolo incidente può capitare a chiunque, anche all’escursionista più esperto : un inciampo o una scivolata sono all’ordine del giorno per chi si muove nell’ambiente naturale e procurarsi piccoli stiramenti muscolari o modeste contusioni è un’esperienza piuttosto frequente anche se non è obbligatorio procurarsene ad ogni uscita. Mi permetto invece di proporre alcuni accorgimenti (che non saranno certamente esaustivi) per evitare il più possibile di trovarsi i seria difficoltà se non in pericolo di vita. Scelta del giorno dell’uscita e previsioni meteo : con i tempi che corrono e le tempeste sempre più violente che si ripropongono di continuo occorre sempre valutare bene le condizioni di tempo previste per quella giornata. Confrontare più siti di previsione meteo aiuta ad assicurarci un’uscita tranquilla andando ad eliminare quelle giornate in cui siano previsti forti piogge se non temporali e burrasche e non solo per evitare di trovarsi in difficoltà sui versanti montani ma addirittura escludere di percorrere in auto strade soggette ad improvvise inondazioni o frane ovvero evitare lunghe camminate sotto l’acqua battente con tuoni e fulmini e con eventuali attraversamenti di torrenti in piena (sempre da scartarsi) per raggiungere i boschi più promettenti.

Scelta dei luoghi da esplorare e forma fisica : la conoscenza delle aree che si intendono perlustrare, oltre ad essere evidentemente conformi alla propria forma fisica, è un elemento di sicurezza da non sottovalutare. La frequentazione assidua negli anni di queste zone permette di sapere sempre dove ci si trova rispetto alla sentieristica principale che ci permette di raggiungere l’auto o comunque una strada carrozzabile o una zona abitata (un rifugio per esempio). Naturalmente è possibile frequentare zone che non si conoscono ma, in questo caso, oltre alla disponibilità di cartine specifiche dell’area geografica prescelta per l’escursione, è consigliabile muoversi con prudenza stabilendo, per esempio, di volta in volta, dei brevi tratti a zig zag o a semicerchio (che tra l’altro permettono di esaminare il territorio più accuratamente) che ci riportino sul percorso originale e dandosi di continuo dei punti di riferimento (un sentiero, un ruscello, delle rocce particolari un grosso albero o con una forma strana) in maniera da poter sempre ripercorrere a ritroso il tracciato compiuto. Nello specifico, per esempio, oltre a scartare passaggi esposti su salti anche di pochi metri, è sempre opportuno valutare se un certo percorso offre la possibilità ritornar sui propri passi in sicurezza e di non trovarsi bloccati. In caso di difficoltà estrema ed al sopraggiungere del buio è comunque meglio fermarsi, cercare di accamparsi in sicurezza e chiamare aiuto con il cellulare che deve essere sempre carico alla partenza in modo da poter essere eventualmente individuabili dalle squadre di soccorso.

Muoversi in compagnia: il fungiatt, per tradizione, è un solitario geloso dei propri “Posti” dove da sempre fa raccolte prodigiose. Andare a funghi in coppia, magari muniti di un fischietto o delle radioline ricetrasmittenti con portata di qualche chilometro onde evitare di sgolarsi per mantenersi in prossimità l’uno dell’altro senza “calpestarsi i piedi”, invece, è un’alternativa che permette di ridurre il rischio di trovarsi in solitaria difficoltà . L’abbigliamento, attrezzatura per imprevisti e generi alimentari : è sempre opportuno essere muniti di calzature adeguate a seconda delle zone geografiche che si intendono praticare. Senz’altro degli scarponi che contengano bene le caviglie per le aree di montagna, o, quanto meno, anche in collina o su versanti montani non impegnativi, degli scarponcini con suola in gomma tipo carrarmato. Sconsiglio vivamente l’uso di stivali o scarpe da ginnastica anche se non si praticano zone scoscese.

Il vestiario potrà essere scelto secondo la stagione e le quote che si prevede di raggiungere tenendo presente che in montagna sono sempre possibili cambi repentini del tempo per cui un giacchino impermeabile ed anti vento con almeno un maglioncino leggero, oltre ad una maglietta di scorta per sostituire quella zuppa di sudore, è sempre meglio portarsela. Pantaloni lunghi con adeguati calzettoni (o delle ghette in alternativa) ci proteggeranno dalle zecche (sempre più presenti a causa delle nutrite popolazioni di Cervidi che ormai girano tra colline e montagne e potenzialmente portatrici della “Malattia di Lime”) e da eventuali incontri con vipere che possono sempre trovarsi in zone sassose o ricche di sottobosco (rododendri, mirtilli, erica, ginepri) anche se tendono a filarsela al nostro semplice avvicinarsi. Un solido bastone (anche due per chi non è più tanto giovane) è un valido aiuto per muoversi su pendii scoscesi oltre a saggiare l’area intorno ad un bel fungo prima di “Schiaffeggiare” la vipera di turno che se la dorme beatamente …. E’ sempre il caso di avere una borraccia con acqua o bevande reintegranti e qualcosa da mangiare (personalmente porto sempre delle banane per compensare la perdita di potassio sudando) come frutta passita e barrette energetiche. Nel caso si decidesse di raggiungere località particolarmente impervie e distanti da strade e luoghi abitati non è da escludersi di avere una sorta di kit di sopravvivenza (pila – telo termico impermeabile – scatola di fiammiferi o accendino con fornelletto a meta e tazza di metallo) il tutto sarà completato da un paio di bustine da thè e zucchero oltre a qualche bustina di gallette e barrette proteiche.

Riguardo le regole da rispettare ricordo che ogni stato / regione italiana ne ha di proprie fermo restando l’obbligo di utilizzare cesti, zaini specifici o comunque contenitori aerati che permettano la dispersione delle spore, oltre il divieto generalizzato di cercar funghi prima dell’alba o dopo il tramonto e l’uso di attrezzi come rastrelli, zappe o strumenti simili : – in Lombardia la raccolta è libera (salvo regolamenti locali a livello di Comunità Montana / Comune) con un massimale di 3 kg. di funghi al giorno per persona come nel vicino Canton Ticino; – nel Canton Grigioni il limite è di 2 kg. con il divieto di raccolta dal primo giorno del mese fino al 10° giorno; – in Piemonte (vedasi sito su internet) il titolo alla raccolta si ottiene con un versamento di 30 euro (annuale fino al 31/12 di ciascun anno) con possibilità di versare fino a tre annualità (onde evitare eventuali aumenti) oppure 10 euro (settimanale) o 5 euro (giornaliero) con un limite sempre di 3 kg. a persona al giorno – in Emilia Romagna (Appennino parmense per esempio) sono attive le “Comunalie” ovvero consorzi e cooperative che regolano la raccolta sui propri territori (giorni in cui è possibile fare la ricerca/raccolta, quantitativo, permessi, etc.). Accedendo al sito “Stanno nascendo” si hanno informazioni sullo stato della nascita dei carpofori oltre ad informazioni cartografiche che si possono eventualmente approfondire sulle CTR (carta tecnica regionale) accedendo al geo portale regionale. Se si intende andare in altre regioni / stati conviene sempre verificare le regole accedendo ai singoli siti specifici con possibilità di studiare prima il territorio accedendo ai singoli geo portali (per le regioni italiane). Concludo con alcuni consigli riguardanti l’approccio al bosco, il rapporto con gli altri frequentatori e un’opinione personale su possibili modiche del regolamento regionale : il bosco, che in molti casi ormai, causa l’abbandono ultra decennale delle attività selvi colturali, sta evolvendo a foresta, è un ecosistema complesso con cui occorre interagire in maniera “Gentile” onde garantirne la piena funzionalità nel futuro a cominciare dalla produzione dei succulenti e gustosi funghi.

Innanzitutto occorre rispettare sempre i funghi che non si conoscono o che, comunque, non si raccolgono : siano essi funghi saprofiti, che si alimentano della sostanza organica presente sul terreno come la lettiera formata da foglie, cortecce e legno in decomposizione e che sono essenziali per la restituzione dei sali minerali al suolo oltre che arricchirlo di sostanze umiche importantissime per garantire la miglior crescita di tutto il contesto floristico e così i funghi parassiti come i chiodini o certi funghi a mensola, tutti partecipi dell’ecosistema nel suo complesso. Ancor di più, infine, dovranno essere conservati i funghi simbionti interconnessi con gli apparati radicali delle varie specie arboree, arbustive e perfino erbacee in una simbiosi mutualistica (la micorriza) che garantisce il miglior stato di salute dell’ecosistema bosco nel suo complesso che garantirà oltre a tutti i servizi eco-sistemici forniti da quell’ambiente la continua crescita degli amati miceti. Ugualmente vanno rispettate le piante che non dovranno mai essere danneggiate con gratuite rotture di rami o incisioni sui tronchi ma anche evitando di calpestare suoli ricchi di rinnovazione, distruggere le felci o entrare deliberatamente nei cespugli di rododendro, nei tappeti di erica o violando in maniera brutale certi cuscini di muschio che, talvolta, si possono estendere per parecchi metri quadrati.

Aiutarsi con un bastone, per esempio, facilita ascesa e discesa su versanti scoscesi evitando di provocare franamenti della lettiera che spesso appaiono come delle vere e proprie arature nel bosco e che provocano danni alle radichette più superficiali. Il rispetto reciproco è altrettanto importante : incontrando altri cercatori di funghi è buona norma salutarsi cordialmente accertandosi che non vi siano persone in difficoltà piuttosto che prendersi a male parole se non a bastonate (come sembra essere accaduto recentemente in talune località). Inutile poi fare vere e proprie corse per accaparrarsi questo o quell’esemplare : se siamo in presenza di una copiosa buttata di funghi ce ne sono senz’altro per tutti, basta avere la pazienza di cercarli nei posti più reconditi del bosco. Il continuo richiamo tra coppie o gruppetti di fungaioli può risultare un po’ fastidioso anche se attualmente, in aree ormai colonizzate da lupi e, specialmente, orsi, è ritenuta utile una certa rumorosità per evitare incontri improvvisi che possono determinare gravi aggressioni (specie se trattasi di orse con i cuccioli).

Darei per scontato che si eviti di lasciare immondizia nei boschi ma, visto quello che spesso si trova in giro (involucri di plastica di barrette o merendine varie, bottiglie di plastica o addirittura di vetro e, perfino tolle di metallo per bevande carni in scatola o tonno) sarà meglio richiamare con fermezza la buona educazione e riportare a casa ogni cosa. Mi permetto, infine, un’osservazione personale sulle norme riguardanti il quantitativo massimo ammesso di raccolta di funghi : riferendomi al gruppo dei porcini classici (B. aestivalis – B. edulis – B. pinophilus – B. aereus) ritengo che il limite (da valutarsi congruo quello attuale di 3 kg.) dovrebbe essere mantenuto solo per i funghi non ancora maturi che non abbiano cominciato a disseminare le spore (quando il tessuto spugnoso sotto il cappello è ancora bianco e compatto e da verificare con uno specchietto odontoiatrico) mentre a fase di maturazione iniziata (colorazione del tessuto spugnoso gialla – verdastra e infine verde e tuboli aperti con evidenza) potrebbe essere lasciata libera la raccolta aumentando, così la disseminazione delle spore nei tratti di bosco ancora da percorrersi e fatto salvo, eventualmente, il divieto di raccolta di carpofori troppi piccoli (che passino, per esempio, in un anello di 3 o 4 cm. di diametro). Buon divertimento a tutti !

(a cura di Valerio Montonati)

ANDAR PER FUNGHI: A MATERIA L’INCONTRO PER SCOPRIRE L’UNIVERSO FUNGINO

LA GIORNATA MICOLOGICA A DUMENZA

Andrea Camurani
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Pubblicato il 25 Settembre 2025
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