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Addio a Gloria Tranquillini, partigiana nel Verbano e moglie del comandante Arca

Figlia di un membro del Cln, fu staffetta per un anno e alla vigilia della Liberazione fu arrestata dalle Brigate Nere. Nel Dopoguerra fu medico in ospedale

gloria tranquillini

È mancata all’età di 96 anni Gloria Tranquillini, partigiana e moglie del comandante Arca, Armando Calzavara. Dopo la dipartita di Antonietta Chiovini era l’ultima donna partigiana del Verbano vivente (la foto di apertura dal ruolino della Divisione Flaim, con le mostrine con la stella alpina delle formazioni Valsesia-Ossola; immagine dall’archivio Casa della Resistenza).

Nata a Verbania il 15 novembre 1929, veniva da famiglia antifascista: il padre Claudio, medico, era membro del CLN di Intra. La sua casa a Biganzolo divenne un punto d’appoggio per la Brigata Cesare Battisti, formazione autonoma sopra i monti di Verbania.

In casa loro, durante il terribile rastrellamento del giugno 1944, trovò rifugio per alcuni giorni Armando Calzavara, il comandante Arca, ex ufficiale dei bersaglieri approdato sul Verbano insieme al commilitone Enzo Plazzotta. Proprio nella casa di Biganzolo Arca conosce Gloria.

Pur giovanissima, Gloria divenne staffetta partigiana, facendo la spola tra la città – dove operava il Gap guidato da Arialdo Catenazzi e Gianni Maiera – e le alture circostantj. Arrestata dalle Brigate Nere il 18 aprile, alla vigilia della liberazione di Intra (che cadrà il 23 aprile 1945), fu liberata da Arca con un audace colpo di mano.

25 aprile, a Verbania la Liberazione arrivò in anticipo

Dopo la guerra divenne medico, operando in Verbania.
Nel 1951, al compimento della maggiore età (allora 21 anni) sposò Armando Calzavara.

gloria tranquillini

Nel 2016 fu intervistata anche nell’ambito del progetto “Noi Partigiani”. Nello stesso anno ricevette la “Medaglia della Liberazione”.

Gloria Tranquillini Archivio Privato

La sezione Anpi “Augusta Pavesi” di Verbania si “unisce all’unanime cordoglio e porge le più sentite condoglianze ai familiari e a chi le ha voluto bene”.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 15 Agosto 2025
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