Da Taino all’industria del futuro: la rivoluzione silenziosa di Aidro srl
«Per 40 anni si è sempre fatto così». Dalla meccanica tradizionale alla stampa 3D: il percorso di innovazione di una pmi del Varesotto

Per oltre quarant’anni, Aidro srl ha operato nel cuore della meccanica tradizionale. Fondata a Taino, in provincia di Varese, da una famiglia profondamente radicata sul territorio, l’azienda si specializza nel settore delle valvole oleodinamiche, dove l’azienda ha costruito la propria solidità su lavorazioni sottrattive e processi consolidati.
«Per 40 anni si è sempre fatto così» racconta Valeria Tirelli, oggi alla guida dell’impresa insieme al marito. Ma dietro quella consuetudine, un’intuizione ha avviato il percorso del cambiamento. (foto sopra: Valeria Tirelli parla al Summit dei Giovani imprenditori di Confindustria Lombardia, accanto a lei Pietro Conti, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Varese)
LA RIVOLUZIONE DELLA STAMPA 3D
Circa dieci anni fa, qualcosa è cambiato. In un settore ancora fortemente ancorato alla produzione convenzionale, Valeria e il marito scoprono, quasi per caso, la stampa 3D, o additive manufacturing. «All’inizio l’abbiamo osservata con curiosità, ma anche con scetticismo» ammette.
Una reazione normale. Nessuno, all’epoca, utilizzava questa tecnologia nella meccanica pesante. Eppure, qualcosa li spinge a provare. La prima stampante entra in azienda con un piccolo obiettivo: realizzare internamente piccole attrezzature in plastica per supportare la produzione quotidiana. Ma presto i vantaggi diventano evidenti.
LIBERTÀ DI PROGETTAZIONE E TEMPI RIDOTTI
La stampa 3D consente infatti di ottenere componenti su misura in tempi ridottissimi, con una libertà di progettazione impensabile fino ad allora e, soprattutto, senza dover attendere fornitori esterni. La tecnologia non solo funziona: risponde esattamente a un bisogno reale.
Nasce così l’idea di andare oltre. Non solo attrezzature di supporto, ma veri e propri componenti finiti. Per farlo, però, serve un altro salto: passare dai materiali plastici al metallo. «Per noi, azienda metalmeccanica, era una sfida enorme», spiega l’imprenditrice.
Nessuno nel settore, dieci anni fa, stampava in metallo. Aidro decide di rischiare, e lo fa con metodo: si affida al Politecnico di Milano per i primi test, per validare resistenza, durata e tenuta dei nuovi componenti. I risultati non tardano ad arrivare.
UNA NUOVA CULTURA AZIENDALE
Ma la tecnologia, da sola, non basta. Serve una nuova cultura aziendale. Serve un reparto dedicato. Serve, soprattutto, formare le persone. È qui che Aidro srl compie il suo vero salto evolutivo: accanto all’investimento in macchinari avanzati, costruisce competenze. Forma internamente il personale e, parallelamente, si apre al dialogo con le università. «Oggi ci sono corsi specifici sull’additive manufacturing, ma all’inizio non era così. Abbiamo dovuto crederci, formarci, sbagliare e imparare».
ANDARE OLTRE L’ABITUDINE
Il percorso di Aidro è un esempio di come l’innovazione non sia solo questione di tecnologia, ma soprattutto di visione, coraggio e fattore umano. Una trasformazione guidata dalla volontà imprenditoriale, ma resa possibile dall’impegno condiviso in azienda. Durante il summit dei Giovani Imprenditori di Confindustria Varese e Lombardia, Valeria Tirelli ha raccontato questa esperienza con semplicità. Il suo messaggio è chiaro: anche una piccola impresa può innovare, se è disposta a mettersi in gioco, se ha il coraggio di rompere gli schemi e la capacità di vedere oltre l’abitudine.
“Senza giovani non c’è futuro e senza impresa non c’è Italia”
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