“Rete e sensibilizzazione”: la tavola rotonda di Angera contro la ludopatia
ll municipio ha ospitato amministratori, con l'esempio dato da Rho, consiglieri regionali e associazioni per analizzare i dati sul gioco d’azzardo patologico: "I dati di Ats Insubria dicono che il servizio sanitario intercetta circa 500 persone l’anno, solo l’1% dei ludopatici"

Dopo la mozione approvata in consiglio comunale, il municipio di Angera ha ospitato un incontro volto alla sensibilizzazione di cittadini e amministratori sul tema del gioco d’azzardo patologico per una sfida alla ludopatia che vuole partire dal basso e fare rete.
Mercoledì 21 maggio si è infatti svolta la tavola rotonda che ha elencato alcuni dati allarmanti e che però ha prospettato alcune soluzioni “alla portata di sindaco”.
Il sindaco Marcella Androni, sindaca di Angera, ha illustrato la situazione nella zona di ATS Insubria: «I dati dicono che il servizio sanitario riesce a intercettare circa 500 persone l’anno, solo l’1% dei ludopatici che avrebbero bisogno di un percorso psicologico o farmacologico. Dietro a questi numeri ci sono famiglie distrutte da disagio economico e sociale».
«La ludopatia è un fenomeno trasversale che colpisce tutti i ceti, tutte le età e le categorie di cittadini – aggiunge Samuele Astuti, consigliere in Regione Lombardia –. A farne le spese sono anche i giovanissimi, come evidenziato da Caritas che in provincia di Varese ha fatto emergere molti casi gravi che sono stati portati all’attenzione dei servizi sociali territoriali».
La patologia, riconosciuta dall’OMS, è materia di competenza regionale. “Nel 2023 in Lombardia sono stati giocati 23 miliardi (150 in Italia, leggi qui l’analisi del Varesotto). Se solo la metà fossero investiti nella sanità regionale avremmo risolto tutti i problemi del servizio sanitario pubblico».
“Un quadro purtroppo nitido si delinea nei dati presentati da Angela Fiorioni, coordinatrice regionale di Mettiamoci in gioco, che puntualizza: «Mediamente nei Comuni analizzati dal nostro osservatorio risulta che i cittadini spendono in gioco d’azzardo il doppio di quanto i comuni riescano a stanziare per i servizi socio-assistenziali alle persone fragili. La “macchina” della ludopatia è ideata a Las Vegas con professionisti che creano volutamente giochi capaci di creare dipendenza. Un meccanismo deleterio per intere famiglie, che alimenta anche criminalità e illegalità, nonostante il gioco sia “legale”. Il peggioramento in Italia è avvenuto quando nel 2004 il gioco è stato affidato
dallo stato ad un’agenzia esterna, che fa business sulla pelle dei cittadini».
Durante il dibattito è intervenuto Nicola Violante, assessore alla legalità a Rho, per prospettare alcune soluzioni attuabili dalle amministrazioni: «Si deve partire dalla sensibilizzazione, anche a scuola: attraverso l’aiuto dei più piccoli si possono scoprire casi gravi di famiglie che vivono il problema nel silenzio per vergogna o paura. Abbiamo attivato nel 2023 un tavolo permanente della legalità con associazioni, scuole, commercianti, forze dell’ordine,
sindacati e forze politiche, arrivando a un patto di comunità sottoscritto da 70 sigle. A distanza di
quasi due anni il gioco d’azzardo è diminuito di 5 milioni (circa il 12%), mentre nel quadro
regionale e nazionale si è mantenuto costante».
Anche Angera è pronta a impegnarsi, al pari di altre amministrazioni presenti in sala presenti che hanno già aderito alla proposta della mozione o sono in procinto di farlo.
«Grave che lo Stato promuova pubblicità e sponsorizzazioni delle agenzie di scommesse – l’intervento di Michela Palestra, consigliera in regione Lombardia -. Il meccanismo economico è fallimentare: su 157 miliardi giocati nel 2024, lo stato ne incassa solo 11, con un incremento del 10% dal 2018 a fronte di un aumento delle scommesse che si aggira intorno al 50%. Regione Lombardia fa anche peggio se possibile, diminuendo di mezzo milione di euro gli
investimenti per la prevenzione. L’esperienza di Rho e l’avvio del percorso intrapreso da Angera fanno sperare che la rete di amministratori possa crescere e puntare su pianificazione territoriale, coinvolgimento delle parti sociali e ampliare lo sguardo su tutte le fragilità delle persone».
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