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L’ipospadìa, cos’è e perché non si può urinare in piedi: lo spiega lo specialista Danilo Centrella

Il medico chirurgo, direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola, affronta una patologia congenita che si può riscontrare nei bambini

pillole della salute

A pillole di salute, il dottor Danilo Centrella medico chirurgo specialista in urologia e andrologia e direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola, affronta parla dell’ipospadia, una malattia congenita del bambino.

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Parliamo di ipospadia, una malattia congenita del bambino. È stato il professor Duckett, uno dei più famosi e conosciuti urologi di questa generazione, uno che ha dedicato la sua vita alla conoscenza e al trattamento delle malattie congenite del bambino, a scrivere una volta su un suo libro: “ ogni bambino ha il diritto di fare la pipì in piedi e di disegnare il suo nome nella neve”.

È un’immagine che tutti noi maschietti sappiamo. Tutti noi l’abbiamo fatto da bambini, però, purtroppo ci sono i bambini che non possono farlo, quantomeno fino al trattamento, non possono farlo, perché sono affetti da quella che si chiama “ipospadia” che è una malattia congenita dell’uretra che è il canalino che porta l’urina dalla vescica al meato uretrale, al foro di uscita esterna. Questo è normalmente sulla punta del pene o nel meato vaginale anteriore nella donna, ma, in alcune patologie congenite, può trovarsi a una distanza differente da quello. E questo avviene nell’ultimo trimestre di gravidanza, durante la gestazione,  quando si formano tutti gli organi,  per la fusione dei tessuti che formano gli organi tra cui l’uretra, che è un tubo che dalla vescica va sulla punta del pene. Bene, nella donna  è lunga 1 o 2 cm, quindi il tragitto è molto breve, mentre nell’uomo il tragitto è molto più lungo, nel maschietto è più lungo, e quindi si può interrompere per una per una malattia congenita a vari livelli sulla lunghezza dell’asta penile, dal più distale, al mede del pene e fino al prossimale fino al livello della base dello scroto.

 Questo cosa comporta? Che la punta del pene è più ristretta e non è nella posizione naturale, quindi il bambino non può fare la pipì in piedi, ma soprattutto il getto delle urine è molto più debole. Ci sono vari gradi, va detto, dal più distale al più prossimale e fortunatamente, il 70% di questi bambini ha il meato distale, cioè un’ipospadia distale, mentre il 30% è prossimale.

 E da qui tutti i trattamenti chirurgici. Considerate che l’incidenza è dell’8 per mille sui bambini, quindi fondamentalmente lo 0,8% dei  bambini. È una patologia rara ma comunque presente. E così, in questi bambini, bisogna trovare il trattamento più accurato. Attualmente il trattamento chirurgico è un trattamento che deve essere fatto entro i 18 mesi dalla nascita, proprio perché il bambino non ha memoria dell’atto chirurgico. Oppure dal quinto/sesto anno, prima dell’età scolare. Si evita il secondo o quarto anno perché c’è una memoria a lungo termine del trauma che può avere.

I trattamenti proposti nel mondo sono tantissimi, più di 200 trattamenti. Quelli più accreditati sono veramente molti limitati e quindi è importante cercare un punto di riferimento, un centro di riferimento con un’ampia esperienza per questo tipo di patologia, che dipende molto dall’affinità chirurgica, dalla strumentazione chirurgica e dell’età di diagnosi e di terapia della malattia. Tutto questo permette una precocità di ospedalizzazione, di trattamento e una ripresa funzionale importante, perché considerate che la formazione,  la conformazione del pene  e anche l’estetica del pene sono molto importanti per l’autostima nel bambino nell’età adolescenziale e nell’età adulta.

Importante non solo correggere funzionalmente questa malattia ma correggere anche esteticamente in modo che il bambino non abbia alcuna memoria di questo brutto periodo. 

Chi volesse maggiori informazioni può visitare il sito del dottor dottor Danilo Centrella, medico chirurgo, specializzato in urologia e andrologia e direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola www.danilocetrella.it.

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Pubblicato il 23 Settembre 2022
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