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Longo Dorni: “Chiediamo che il Vco sia area di crisi complessa”

Le considerazioni dell'ex presidente del Distretto dei Laghi “L'incidenza del comparto è molto superiore al 13% nazionale, inoltre la tipologia di turismo è diversa da quella di altre aree del Paese”

“Leggendo le dichiarazioni ‘entusiastiche’ del Ministro Franceschini mi sono reso conto della considerazione di cui gode il Turismo. Su 55 miliardi di Decreto – 4 riguardano il turismo, di cui 2,6 per il Bonus Vacanze, che sarà insostenibile per molte strutture essendo sotto forma di credito di imposta, quindi di fatto sono rimasti 1,4 miliardi”. Sono le parole di Antonio Longo Dorni, ex presidente del Distretto Turistico ed esperto di Comunicazione e formazione per il turismo e promotore del gruppo facebook “Turismo, eventi e commercio: come ripartire”.

“Se il turismo – prosegue – pesa a livello nazionale circa il 13% per le attività del comparto avrebbero dovuto stanziare almeno 7 miliardi (anzichè 1,4) – ma neppure questa è una cifra corretta – perché dovrebbe esserci un minimo di proporzionalità in base al danno economico subito. Il Turismo è totalmente fermo e lo sarà a lungo: non è un settore che può ripartire a breve con le riaperture, come altri comparti, non può “stoccare prodotti” per vendite future etc… Il turista che non è venuto nei ponti di maggio e che non verrà a giugno, luglio, agosto etc.. è perso. Per cui gli interventi invece di essere distribuiti ‘a pioggia’ andrebbero calibrati per settore e anche per aree”.

Per il Vco, secondo Longo Dorni è necessario un intervento mirato: “Il Verbano Cusio Ossola andrebbe classificata come Area di Crisi Complessa (ci pensino i nostri rappresentanti a Roma…) – sul modello di quanto avviene per l’industria – in quanto l’incidenza del Turismo sull’economia complessiva è molto superiore al 13%, inoltre la tipologia di turismo è diversa da quella di altre aree del Paese. Se infatti è ipotizzabile che un hotel del centro di Roma che lavora con uomini d’affari, politici o burocrazia romana, riprenda con una certa velocità i propri flussi, per una struttura del nostro territorio è tutto rinviato ben che vada al 2021. Venendo invece al bonus vacanza, ammesso che serva, mi chiedo perchè non proporlo sotto forma di voucher o come carta prepagata (per il reddito di cittadinanza è stato fatto in poco tempo), così da dare liquidità immediata alle strutture ricettive, soprattutto le più piccole: questa modalità consentirebbe inoltre di spendere il bonus in tutta la filiera (guide, trasporti, ristorazione, etc..), anche per chi magari non ha le disponibilità o il tempo per fermarsi per pernottare. Così verrebbe sicuramente speso”

Pubblicato il 16 Maggio 2020
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