Sport acquatici, Cina su tutte. L’Australia regina in piscina, bella Italia
La potenza orientale ha vinto il medagliere a Singapore davanti ai "Canguri" e agli USA. Cerasuolo e la coppia dei tuffi Pellcani-Santoro d'oro per gli azzurri

Cina, Australia e Stati Uniti sono state – nell’ordine – le nazionali che hanno primeggiato nel medagliere dei Mondiali degli sport acquatici che si sono disputati a Singapore e che hanno visto in azione gli specialisti di nuoto, tuffi, pallanuoto e nuoto artistico nel primo, grande appuntamento dopo le Olimpiadi di Parigi.
La Cina, in particolare, ha conquistato il primo posto nel medagliere grazie a 15 ori, 12 argenti e 10 bronzi. Un risultato costruito soprattutto nei tuffi e nel nuoto artistico, settori dove la nazionale asiatica continua a essere una potenza indiscussa, arricchito però anche da successi nel nuoto di fondo.
Alle spalle della Cina si sono piazzate Australia e Stati Uniti, dominatrici delle gare in piscina. Le australiane hanno brillato nelle staffette e nello sprint con Meg Harris e Mollie O’Callaghan, mentre gli Stati Uniti hanno trovato in Katie Ledecky, Gretchen Walsh e Kate Douglass le loro punte di diamante, chiudendo con un record mondiale nella staffetta 4×100 misti femminile (3:49.34).
Tra le individualità più celebrate spiccano Summer McIntosh, canadese di 18 anni capace di conquistare quattro ori personali, e il gigante francese Léon Marchand, autore di un record del mondo nei 200 misti (1:52.69). Curiosità per la dodicenne cinese Yu Zidi, bronzo nella staffetta 4×200 stile libero: è la più giovane medagliata di sempre a un Mondiale.
Per l’Italia il bilancio è positivo: 17 medaglie complessive (2 ori, 11 argenti e 4 bronzi). L’impresa più significativa è arrivata dai tuffi con la coppia Chiara Pellacani – Matteo Santoro, oro nel sincro misto da 3 metri. Un risultato che ha interrotto un digiuno lungo dieci anni per i colori azzurri e che è importante anche in ottica futura: Pellacani (che ha poi aggiunto un bronzo individuale dal trampolino da 1 metro) è del 2002, Santoro addirittura del 2006.
In piscina i riflettori principali sono stati accesi da Simone Cerasuolo (Foto: Giorgio Scala e Andrea Masini / DeepBlueMedia.eu) che ha vinto l’oro nei 50 rana, impresa che non era mai riuscita ad alcun nuotatore italiano. I due campioni olimpici Thomas Ceccon e il nostro Nicolò Martinenghi hanno colto l’argento rispettivamente nei 100 dorso e nei 100 rana. Ancora una volta grande Simona Quadarella, argento nei 1.500 stile libero così come la 4×100 stile (D’Ambrosio, Ceccon, Zazzeri, Frigo). Bello anche il bronzo di Benedetta Pilato nella distanza corta della rana (vinta dall’eterna lituana Ruta Meilutyte). Qualche delusione per i quarti posti è arrivata ma in chiave olimpica i risultati sono stati nel complesso molto buoni.
Nel nuoto di fondo è stato il tedesco Florian Wellbrock a monopolizzare la scena con quattro ori, con gli azzurri Gregorio Paltrinieri e Ginevra Taddeucci più volte d’argento. mentre nel nuoto artistico la Cina ha fatto incetta di medaglie con quattro titoli e tre argenti. Delude invece l’Italia della pallanuoto rimasta fuori dalla zona medaglie: ori a Spagna e Grecia (uomini e donne) davanti all’Ungheria due volte seconda.
IL PODCAST “FLO” CON MARCO PEDOJA
L’ex allenatore di Tete Martinenghi, il varesino Marco Pedoja, è stato ospite di Gabriele Colombo e del podcast “Flo” prodotto da VareseNews. Di seguito la puntata in cui il coach parla anche a lungo del rapporto con l’olimpionico di Azzate.
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