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Alessandro Covi vola alla Vuelta di Spagna: “Spero di avere qualche occasione buona”

Il 22enne di Taino all'esordio in una grande corsa a tappe: «Temo più il meteo della durata, finalmente mi posso misurare con le grandi salite. Lavorerò per la squadra, ma mi auguro anche di poter andare all'attacco»

alessandro covi ciclismo uae team emirates 2020

Il primo anno da professionista, per Alessandro Covi, si concluderà con una convocazione tutt’altro che scontata e sicuramente esaltante: il 22enne di Taino è stato infatti chiamato dai tecnici della sua squadra (lo UAE Team Emirates) a partecipare alla Vuelta di Spagna, terzo e ultimo grande giro della stagione che prenderà il via martedì 20 ottobre da Irun, nei Paesi Baschi, per terminare poi a Madrid l’8 di novembre.

Date inconsuete e in parte sovrapposte a quelle del Giro d’Italia (dove prosegue l’avventura di un altro varesino, Luca Chirico) dovute ovviamente a una pandemia che potrebbe mettere i bastoni tra le ruote anche ai corridori ciclisti come si è già visto anche alla Corsa Rosa. «Vivremo in una sorta di “bolla” – spiega il corridore varesino – con tante precauzioni: i rischi ci sono ma non credo che saranno superiori a chi conduce una vita normale. Il team è molto attento su questo aspetto e ci sono restrizioni per il pubblico». (foto Team UAE/Bettini)

Alessandro, la chiamata per la Vuelta è una gran bella notizia. Se la aspettava? E come ha fatto a conquistarla?

«Da qualche settimana erano molto aumentate le speranze di poter correre il giro di Spagna, però se me lo avessero detto tre mesi fa non ci avrei creduto. Sulla convocazione penso abbia pesato il fatto che vengo da un periodo di buone gare che hanno convinto i tecnici. Ho ottenuto il secondo posto al Giro dell’Appennino, il nono alla Freccia del Brabante ma soprattutto credo di aver offerto belle prestazioni al di là dei risultati».

In quelle due occasioni, Appennino e Brabante, è stato grande protagonista. Possiamo addirittura parlare di un pizzico di rammarico per come sono finite le gare?

«No, perché all’Appennino non avrei potuto fare di meglio, visto che sono arrivato secondo in volata alle spalle di Hayter che è più veloce di me allo sprint. Alla Freccia ho corso come dovevo, seguendo la tattica che abbiamo scelto e ci è mancato davvero poco per rientrare sull’ultimo e decisivo attacco portato da Alaphilippe, Van der Poel e Cosnefroy, tre dei più forti al mondo in questo momento. Forse è mancata un po’ di collaborazione al mio tentativo di rimonta ma la prestazione è stata molto buona».

Ora la Vuelta: con quale ruolo affronterà al corsa spagnola?

«Sarà da valutare e dipenderà anche da quanto riuscirò a mantenere la “gamba” rispetto alle gare del Nord. Vedremo, mi auguro di avere l’occasione di provarci in qualche tappa. Ovviamente però, dovrò anche aiutare i vari compagni di squadra e del resto sono anche il più giovane e avrò questo tipo di compiti».

Per lei sarà la prima gara sull’arco delle tre settimane (anche se su 18 giorni di corsa e non 21). Con quale spirito si avvicina a questo sforzo?

«In realtà, temo più il meteo che la durata della Vuelta. In questo periodo si rischia di correre molto spesso con il maltempo e lo stiamo vedendo anche al Giro in questi giorni; in Spagna non sarà tanto diverso. Personalmente non soffro il freddo, però se lo si affronta quotidianamente per quasi tre settimane non è proprio il massimo».

La Spagna le piace? 

«Sì, molto, sia per gareggiare sia per trascorrere il tempo libero. In Spagna tra l’altro ho già corso e ho già vinto due anni fa nella Vuelta al Bidasoa che tra l’altro si disputa proprio nei Paesi Baschi, la regione da cui scatterà questa Vuelta. Se devo scegliere una località dico Tenerife anche se non c’entra niente con la gara, se devo indicare un cibo amo il loro prosciutto. Ma stavolta andrò là concentrato sulla corsa».

Nel primo anno da “pro” ha avuto qualche riscontro su quello che potrà essere il suo ruolo nel gruppo? Si sente più adatto a certe tipologie di corse rispetto ad altre?

«Diciamo che fino a ora mi sono trovato particolarmente bene in quelle gare, di un giorno o parte di un giro, che propongono colline, strappi, salite brevi e percorsi vallonati. Ho capito di essere adatto a quei terreni, quelli che ho trovato al Nord tra il BinckBank Tour o la Freccia del Brabante. Non ho invece ancora sfidato le grandi salite, salvo in un paio di occasioni, e sono curioso di capire come riuscirò ad affrontarle: la Vuelta sarà anche un banco di prova personale su questo terreno di gara. Quindi la attendo con trepidazione e curiosità».

UAE Team Emirates – I convocati per la Vuelta a España 2020
Rui Costa (Por); Alessandro COVI (Ita); David De La Cruz (Spa); Davide Formolo (Ita); Sergio Henao (Col); Ivo Oliveira (Por); Jasper Philipsen (Bel); Aleksandr Riabushenko (Blr)

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 16 Ottobre 2020
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