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“Non esistono ragazzi cattivi”, la lezione di don Burgio

Il vice cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano ha incontrato gli adolescenti del Mericianum

Un incontro forte, che ha segnato i ragazzi e li ha fatti riflettere, soprattutto perché alcuni degli adolescenti del Mericianum forse si sono riconosciuti nelle parole provocatorie di Don Claudio Burgio, vice cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano. Il sacerdote questa mattina, venerdì 18 febbraio, ha parlato agli studenti del liceo scientifico paritario di Sesto Calende, rivolgendo loro una bella sfida: quella di sospendere il giudizio, in alcuni casi, e di vivere il Vangelo in modo concreto. Un modo diverso per far capire le parole di Gesù e la realtà di tanti ragazzi, spesso non poveri nè emarginati, ma figli di famiglie benestanti, che per pura noia inziano a consumare droga e poi "si ritrovano dentro" o che hanno ucciso o stuprato, trascinati dal gruppo. Don Burgio inizia l’incontro spiegando chi sono i ragazzi della copertina del suo libro "Non esistono ragazzi cattivi", presentando le loro storie. Storie forti, storie dure, raccontate con il linguaggio dei giovani e anche con le loro parole. Al Beccaria il 90% dei ragazzi è "gente che consuma" canne e cocaina, ma, ricorda il prete, è la solitudine che porta certi adolescenti ad avvicinarsi alla droga. Davanti agli studenti, il prete ha ricordato poi le tappe di "chi si fa le canne": la fase iniziale in cui si fuma in compagnia, per divertimento il sabato sera, la fase in cui si passa a fumare da soli "per rilassarsi"; la fase in cui si cerca di smettere e non si riesce e l’ultima fase, quella della dipendenza vera e propria. Il sacerdote poi spiega alla sala attentissima cosa sia il Vangelo per lui: non un libro polveroso, ma uno stile di vita da applicare tutti i giorni. In particolare, ricorda Don Burgio, "Il Vangelo è epochè, sospensione del giudizio e del pregiudizio che spesso ci accompagna": il carcere e la legge italiana danno una possibilità riabilitativa ai minori che hanno commesso reati e la società non deve etichettare a priori con uno sguardo giudicante. Il Vangelo poi è anche ascolto: "Il mio lavoro è quello di scavare nei ragazzi, nel profondo, per capire perché hanno fatto determinate azioni e far capire agli adolescenti chi sono e cosa hanno fatto". La sala ha ascoltato con interesse questo sacerdote, vestito in modo informale e fuori dagli schemi, ed è intervenuta con numerose domande. "Finalmente ho incontrato un vero prete", ha commentato qualcuno.

Pubblicato il 18 Febbraio 2011
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