“L’acchiappasogni” del luinese Marco Guerzoni, un ballo crepuscolare in tempi dispari
Dopo aver vestito i panni di Clopin in Notre-Dame de Paris e il terzo posto a The Voice Senior il musicista di Luino pubblica un nuovo brano con l'angerese More Than Indie Records. "Un poeta crepuscolare dorme nel suo lavorare"
Un ballo crepuscolare in tempi dispari, una melodia che rimane in testa da fischiare negli ultimi giorni di estate. L’acchiappasogni è il nuovo singolo di Marco Guerzoni, cantante e ballerino italo-martinicano famoso per aver interpretato, nel corso della ricca carriera musicale, il re dei gitani Clopin nel cast originale dell’opera Notre-Dame de Paris e per essersi classificato terzo all’edizione 2020 di The Voice Senior.
“Eimé numbà, eimé numbà” – si apre con un coro tribale, un mantra voodoo, il nuovo singolo dell’artista nato a Luino, un brano dalle atmosfere sonnambule che si incastrano perfettamente nell’evanescente limbo del dormiveglia, a separare, o forse unire, il mondo della veglia e quello del sogno.
Una dimensione onirica, ritmata da un trascinante groove in tempi dispari (⅞), in cui l’ascoltatore è catapultato grazie al motivo trainante suonato prima dalla tromba e su cui poi si appoggia la linea melodica.
“Un poeta crepuscolare dorme nel suo lavorare”. È proprio nel crepuscolo che gli artisti trovano infatti ispirazione, come cantato nel testo scritto cosparso di giochi di parole (“Tra un Rem e l’altro Perderò la Religione”) da Davide Lucani, fatta eccezione per il già citato coro “Eimé numba, eimé numba”. Due parole che potrebbe sembrare apparentemente senza senso, come pensava lo stesso Guerzoni quando ha composto la musica, ma che in lingua Yoruba vogliono dire “Numero uno”.
“Gli Yoruba sono un popolo africano che in passato ha sofferto la deportazione, soprattutto ai Caraibi e dunque potenzialmente miei antenati” spiega il cantante, che vede nel brano una rinascita creativa, un nuovo stimolo per la scrittura di inediti.
Un legame, quello con le proprie origini, che Guerzoni omaggia anche nel “video lyrics” in cui balla indossando un amuletico acchiappasogni vestito di bianco, in omaggio alla Santeria centroamericana protettrice dei sogni e della mente.
“La canzone, prodotta da Stefano Iascone per l’Astudio di Angera (master a cura di Pasquale Vitali), si colloca nello spazio e nel tempo tra il sogno e la veglia. Per molte persone questo è il momento di maggior ispirazione – spiega Guerzoni -. Originariamente il brano si chiamava Sette piccoli indiani in riferimento ad Agatha Christie ma soprattutto al tempo dispari della canzone: avevo scritto solo la melodia con la tromba e mi immaginavo una scena di danza davanti al fuoco. Grazie all’intelligente testo di Davide Lucani la canzone ha assunto poi la sua forma definitiva diventando così l’Acchiappasogni. L’acchiappasogni è un oggetto singolare, che richiama subito un’immagine evocativa. La forma dell’oggetto poi, il cerchio, è qualcosa di affascinante. Non è un caso che il video lyrics si apra con l’immagine di un altro oggetto a forma circolare, quella del vinile”.
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