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Frontalieri, ancora uno stallo sulla tassa sanitaria. Augurusa (CGIL): “L’attesa è diventata una strategia”

Nulla di fatto nell’ultimo incontro dell’anno con Regione Lombardia. I sindacati pronti al ricorso alla Corte Costituzionale

Il viaggio dei frontalieri passando dalla statale 394

Doveva essere l’occasione per trovare un’intesa entro la fine del 2025 e chiudere una delle vertenze più complesse del lavoro frontaliero. Invece, anche l’ultimo confronto dell’anno sulla “tassa sulla salute” per i frontalieri si è chiuso senza alcun passo avanti.

Gli incontri tra CGIL, CISL e UIL e l’assessorato ai rapporti con la Svizzera prima, e la Commissione speciale Italia-Svizzera di Regione Lombardia poi, hanno prodotto un nuovo rinvio al 2026, a ben due anni dall’entrata in vigore della norma nazionale.

A fare il punto è Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri CGIL, che non nasconde la frustrazione: «Dopo averle tentate tutte, pare che l’attesa sia diventata la parola chiave di questa vertenza».

Una proposta rifiutata

Nell’ultimo incontro con la Regione, i sindacati avevano avanzato una proposta per trasformare la tassa in un contributo volontario, collegato a una contropartita in termini di servizi sanitari, simile ai modelli dei fondi integrativi previsti nei contratti collettivi italiani.

Ma anche questa ipotesi è stata rigettata, lasciando sul tavolo solo una modesta apertura: la possibilità di decurtare dalla tassa l’eventuale spesa per un’assicurazione sanitaria privata, limitata però solo alle prestazioni comprese nei LEA (livelli essenziali di assistenza).

«Una misura sotto il minimo sindacale – commenta Augurusa – che non risolve il nodo centrale della doppia imposizione e dell’assenza di servizi certi».

Ristorni record, ma senza ricadute concrete

Il contesto generale rende ancora più difficile da giustificare l’introduzione di una nuova imposizione. Proprio in questi giorni, i ristorni dai Comuni svizzeri hanno raggiunto il record storico di 128 milioni di euro, mentre il Consiglio regionale lombardo approva una mozione per chiedere al Governo di destinare la differenza rispetto agli 89 milioni previsti dal trattato del 2020 a interventi sul territorio.

«È paradossale – osserva Augurusa – parlare di una nuova tassa mentre si discute di come usare un surplus di ristorni. E intanto ci sono episodi di cronaca che ci raccontano un uso discutibile di queste risorse: basti pensare al caso del comune lecchese dove i ristorni sono finiti letteralmente nei bagni pubblici».

Una Commissione che non decide

Anche la Commissione speciale Italia-Svizzera, convocata su iniziativa del PD e sollecitata più volte dalle sigle confederali, si è riunita esattamente due anni dopo il primo incontro. Ma non ha prodotto alcuna chiarezza sui criteri di prelievo, sull’entità del gettito, né sui numeri reali dei lavoratori coinvolti nel settore sanitario.

«Navigano a vista – commenta Augurusa – e intanto il decreto attuativo continua a mancare, mentre siamo nel pieno della legge di Bilancio».

Le altre Regioni italiane interessate dalla norma, intanto, restano alla finestra, in attesa che la Lombardia faccia da apripista.

Verso la Corte Costituzionale

Le organizzazioni sindacali si dicono pronte a portare la questione davanti alla Corte Costituzionale, una volta pubblicato il decreto attuativo. La CGIL sottolinea anche altre criticità ancora aperte, come la mancata estensione della NASPI ai frontalieri o le problematiche legate all’Assegno Unico Universale per i figli, per cui l’Italia è in procedura d’infrazione europea a seguito di una segnalazione proprio dei sindacati.

“Serve il tavolo interministeriale, il sindacato è pronto”

Per Augurusa, l’unica strada per affrontare con serietà e in modo strutturato tutte le problematiche del lavoro frontaliero è riattivare il tavolo interministeriale previsto dalla legge 83/2023, che era stato avviato a febbraio ma bloccato dal Ministero dopo appena una seduta.

«Se qualcuno volesse riprendere la discussione – conclude – il sindacato confederale è sempre qui».

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Pubblicato il 15 Dicembre 2025
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