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Zone di confine, ok del Governo alla Zes: nuove risorse e incentivi per fermare l’esodo verso la Svizzera

Via libera all’impegno dell’esecutivo per la Zona economica speciale nelle province di Varese, Como, Sondrio e del Verbano Cusio Ossola. Candiani: «Un sostegno strutturale, non più interventi occasionali»

Generico 29 Dec 2025

Arriva un passo decisivo per il futuro dei territori di confine tra Italia e Svizzera. Nella notte il Governo ha assunto formalmente l’impegno per la costituzione di una Zona economica speciale (Zes) dedicata alle province di Varese, Como, Sondrio e Verbano Cusio Ossola, accogliendo un ordine del giorno approvato alla Camera. A illustrarne contenuti e portata è l’onorevole Stefano Candiani, che parla di «una novità particolarmente importante» e di un risultato destinato a segnare una svolta per le aree di frontiera.

«Questo provvedimento – spiega Candiani – nasce da un presupposto chiaro: definire in modo strutturale il sostegno ai territori di confine». Un impegno concordato con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ringraziato dal deputato «per una sensibilità tutt’altro che scontata».

Le risorse destinate alla nuova Zes deriveranno dal surplus dei ristorni dei lavoratori frontalieri, oltre a quelle già previste dall’articolo 11 della legge di ratifica dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera. «Parliamo – sottolinea Candiani – di parecchie decine di milioni di euro: circa 60 milioni già da quest’anno, destinati a salire fino a superare i 100 milioni nel giro di un paio d’anni».

La Zes per le aree di confine ricalca il modello già adottato nel Mezzogiorno e recentemente esteso anche a Marche e Umbria. Gli strumenti principali saranno due. Il primo riguarda direttamente i lavoratori: la possibilità di introdurre in busta paga un “assegno di frontiera”, un premio salariale pensato per ridurre il divario retributivo con la Svizzera e rendere più attrattivo rimanere a lavorare sul versante italiano. Il secondo asse è rivolto alle imprese, con agevolazioni fiscali e crediti d’imposta che potranno arrivare fino al 50-60% per chi avvia o sviluppa attività produttive nei territori di confine.

L’obiettivo è chiaro: creare condizioni in grado di attrarre e trattenere economia, evitando che imprese e lavoratori vengano progressivamente risucchiati oltreconfine o verso aree meglio collegate e più competitive. «Non è una proposta campata per aria – rivendica Candiani – ma il frutto di un disegno di legge già presentato nella precedente legislatura. La vera differenza oggi è il sostegno convinto del Governo e la disponibilità di risorse davvero significative».

Il testo approvato richiama anche quanto stabilito dalla legge 83 del 2023 e dal memorandum d’intesa sottoscritto nel 2020 tra Governo, sindacati e Comuni di frontiera, ribadendo il principio che eventuali maggiori entrate derivanti dall’accordo con la Svizzera debbano essere impiegate per progetti di sviluppo economico e sociale, infrastrutture e sostegno alle retribuzioni nei territori confinanti.

«Per la prima volta – conclude Candiani – si passa da un sostegno negoziato di volta in volta a un meccanismo definito e stabile. La nuova Zes può essere vista come un vero e proprio ancoraggio economico: come un’ancora impedisce a una nave di andare alla deriva, così questi strumenti servono a mantenere imprese e lavoro saldamente sul territorio italiano». Un cambio di paradigma che punta a dare futuro e competitività ai Comuni di confine.

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Pubblicato il 30 Dicembre 2025
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