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Primo confronto tra sindacati e Regione Lombardia sulla “tassa sulla salute” dei frontalieri

I sindacati ribadiscono la contrarietà alla misura e propongono un contributo volontario.  La Regione apre a un sistema di welfare di frontiera

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Si è svolto oggi, martedì 22 luglio, il primo incontro tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori frontalieri di Cgil, Cisl e Uil e l’assessorato ai rapporti con la Confederazione Elvetica di Regione Lombardia.
Al centro del confronto, l’introduzione della cosiddetta “tassa sulla salute” prevista per i vecchi frontalieri dalla legge di bilancio 2024, ma mai attuata finora. Regione Lombardia ha informato che il decreto attuativo è in fase di definizione presso il Ministero della Salute, in collaborazione con il MEF, e ha annunciato l’intenzione di proporre un’aliquota minima del 3% da applicare ai salari netti dei frontalieri.
I sindacati hanno espresso ferma contrarietà alla misura, sottolineando il rischio di doppia imposizione. Hanno quindi avanzato la proposta di trasformare la tassa in un contributo volontario. Tale soluzione, secondo Cgil, Cisl e Uil, consentirebbe di superare i dubbi di incostituzionalità e di definire un controvalore che possa incentivare l’adesione dei lavoratori.
Regione Lombardia ha confermato l’orientamento verso una forma impositiva, ma ha aperto alla possibilità di destinare fino al 30% del gettito previsto (stimato in 30 milioni di euro) alla creazione di un sistema di welfare di frontiera, da costruire congiuntamente, a favore dei frontalieri.
Nelle prossime settimane, anche in vista della pausa estiva, i sindacati organizzeranno assemblee territoriali per aggiornare i lavoratori sullo stato della vertenza. Intanto, domani, i consigli sindacali interregionali italo-svizzeri proseguiranno il confronto sul tema.

Pubblicato il 22 Luglio 2025
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