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La partigiana Sandra e la via della libertà sui monti del Verbano

A Fondotoce la presentazione del documentario con la voce di Sandra Gilardelli, staffetta della Cesare Battisti. Un omaggio a una storia personale e alla Resistenza delle donne

Sandra Gilardelli

A 99 anni di età, Sandra Gilardelli ricorda ancora bene i giorni della lotta partigiana.
Venti mesi di rischi, di movimenti clandestini, di spola tra Verbania e i monti verso la Svizzera: la partigiana Sandra faceva parte della Brigata Cesare Battisti, formazione particolare – autonoma – che aveva tra i compiti principali il controllo della via di passaggio clandestino verso la Confederazione elvetica, attraverso il monte Limidario.

Una via di libertà, per ebrei in fuga, ricercati, militari alleati prigionieri. E un collegamento importante per tenere i contatti tra Milano e il Canton Ticino, dove si trovavano anche i dirigenti dei servizi segreti americani e inglesi. Allestirono una serie di posti di passaggio, in Piemonte e in territorio elvetico, scontrandosi con la Milizia Confinaria fascista che tentava di “tenere” il confine.

Per questo la Brigata Battisti fu aiutata anche dagli americani, che spesso puntavano sulle formazioni autonome: «Nella nostra formazioni c’erano di tutti i colori politici. C’era persino un monarchico», racconta Sandra nel documentario. Ma c’erano anche socialisti, comunisti, rivoluzionari convinti.

A tenerli uniti era «l’ideale della libertà», che Sandra aveva imparato dal padre e dal nonno, repubblicano e mazziniano.
«Tutte le dittature tolgono la libertà all’uomo. E la libertà è il bene più grande l’uomo possa avere» racconta oggi nel documentario “La partigiana e la rosa rossa”, che sarà presentato alla Casa della Resistenza di Fondotoce di Verbania sabato 21 giugno, nell’ambito delle celebrazioni del rastrellamento del 1944.

Il titolo del docufilm si riferisce alla rosa rossa che le venne donata il 24 aprile 1945, giorno della liberazione di Intra, e che lei conserva ancora gelosamente come segno simbolico della libertà conquistata per l’intero Paese. Un racconto di vita, di ideali e di momenti difficili, ma anche la storia di un grande amore, quello con il partigiano Michele Fiore “Mosca”, che dopo la Liberazione divenne suo marito.

Sandra Gilardelli

Nel docufilm Sandra racconta anche come riuscirà a far vivere nel dopoguerra gli ideali di giustizia e libertà che ispirarono la Resistenza, grazie a un’intensa e trentennale attività svolta con Caritas Ambrosiana in aiuto e sostegno dei più deboli. Oggi, a 99 anni, si reca ancora nelle scuole di Milano per far conoscere ai giovani studenti la Resistenza e i suoi valori.

Sandra Gilardelli

Il docufilm è arricchito da foto d’epoca concesse dalla Casa della Resistenza di Fondotoce e da un raro filmino girato in 16 mm relativo alla liberazione di Intra concesso dall’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea nel novarese e nel Verbano Cusio Ossola “Piero Fornara”. La visione del docufilm sarà preceduta da un’introduzione di Nico Tordini, autore del volume Partigiani di Valgrande (Alberti, 2021) sul rastrellamento del 1944, e da Marco Manzoni, regista del docufilm, fondatore di Studio Oikos e autore del sito www.nuovoumanesimo.it.

L’evento è organizzato grazie alla collaborazione del Consiglio Regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione e con il patrocinio del Comune di Verbania e dell’Anpi Verbania, sezione “Augusta Pavesi”.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 19 Giugno 2025
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