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Dai monaci di Germagno nasce l’amaro San Vito

Miscela di una quindicina di erbe e radici è in produzione da giugno su richiesta del comitato organizzatore

È una delle novità della festa di San Vito. Tutta da gustare, e non in senso metaforico. È l’amaro San Vito, prodotto dai monaci del Monastero di Germagno.  L’idea è nata la scorsa primavera e, in breve tempo, è diventata realtà.

“Il comitato -spiega padre Claudio Soldavini, priore del Monastero- ci aveva chiesto la disponibilità a produrre un amaro. Noi stavamo lavorando da tempo a una nuova ricetta: abbiamo fatto assaggiare il liquore ai componenti del comitato, abbiamo avuto l’ok e da giugno abbiamo cominciato a produrre l’amaro San Vito”. Nessun segreto particolare dietro la ricetta.

“L’amaro -continua padre Claudio- ha una quindicina di erbe e radici, che vengono messe a macerare tra alcol e vino e poi si estraggono gli aromi. L’amaro si può trovare da noi, sul sito e già diversi negozi ci hanno contattato per venderlo”. Amaro ma non solo, perchè i monaci di Germagno producono grappe, vari distillati, succo dei mirtilli da loro coltivati, marmellate e composte. ” Ogni cosa che facciamo- precisa lo specialista in marmellate Padre Piero Cazzaniga- è frutto di un lavoro certosino. Gli ingredienti sono tutti frutto delle nostre coltivazioni”.

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Pubblicato il 01 Settembre 2020

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