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Sanità: le proposte del Comitato salute VCO dopo l’emergenza

Che cosa l'epidemia di Coronavirus ha insegnato e cosa di può fare per migliorare in un'ottica di rilancio della sanità pubblica

laboratorio esami

Dopo il calo dei casi e l’allargarsi delle misure di contenimento, il Comitato salute VCO sottolinea di nuovo i problemi principali contro cui si è scontrato il sistema sanitario nazionale e avanza alcune proposte.

«La recente pandemia ha messo in evidenza alcune importanti criticità del sistema sanitario italiano. A metterlo in crisi non sono stati certamente gli ospedali pubblici, che hanno retto all’urto del contagio anche se con molte difficoltà. La crisi si è aggravata dove il filtro della sanità territoriale non ha funzionato. Dove essa c’era e funzionava, ha limitato notevolmente la diffusione del contagio e, quindi, anche il numero dei decessi. Si impone, allora, una riflessione anche per il VCO, visto che il dibattito sul nuovo ospedale ha polarizzato i mesi precedenti la pandemia.

Cos’ha dimostrato questa vicenda?

  • Che, se la copertura sanitaria del territorio fosse stata completata, con i casi non gravi curati a domicilio si sarebbe contenuta la diffusione del contagio.
  • Che una sola struttura ospedaliera, nuova e baricentrica, avrebbe consentito una migliore organizzazione del personale e un minor dispendio di preziose energie.
  • Che è necessario disporre a Verbania dei Reparti salvavita. Emodinamica fu aperta “provvisoriamente” a Domodossola, area notoriamente meno popolata e con flussi turistici molto inferiori a quelli del Verbano.

Cosa sarebbe necessario fare:

  • Rendere operativo al più presto il potenziamento della “terapia intensiva” così come stabilito nei giorni scorsi dal Ministero, assumendo il relativo personale per la gestione.
  • Completare la copertura del territorio, aggiungendo nuove “case della salute” ad esempio a Vanzone, Premia, S. Maria Maggiore, Stresa.
  • Realizzare un nuovo ospedale baricentrico, una struttura moderna aperta alla collaborazione con la facoltà di Medicina di Novara, con tutti vantaggi del caso in termini di esperienza e di personale qualificato a cui attingere.
  • Utilizzare Castelli e S. Biagio come sedi di Case della salute e poliambulatori, completando la copertura del territorio, come prevede la legge “Balduzzi” del 2012.
  • In questo progetto, non può certamente trovare posto un Castelli di Verbania privatizzato. Questo a ragion veduta dopo quanto il “Privato” ha potuto fare durante la pandemia. E’ stata la sanità “Pubblica” a reggere tutto il peso, e questa deve essere potenziata».

Pubblicato il 05 Luglio 2020
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