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La Croce rompe col Pd e ritira la candidatura

"A livello locale il Pd non ha mai creduto seriamente nel progetto e nella mia persona"

giovanni la croce ritira candidatura

Giovanni La Croce, il candidato “civico” alla carica di sindaco di Arona rompe con il Pd e ritira la sua candidatura. Lo fa con un lungo post pubblicato pochi minuti fa sulla sua pagina Facebook.

“E’ arrivato il momento – scrive La Croce – di prendere atto che sono venute meno – mai fossero esistite – le condizioni che mi avevano indotto ad accettare la candidatura a sindaco di Arona nelle imminenti elezioni. Il progetto sperimentale SensoCivico, oggi morto e sepolto sotto il fuoco amico, era nato dall’idea, non mia, di coagulare intorno a una lista e a un candidato, entrambi indipendenti, una pluralità di voci politiche d’opposizione, sia di partito, sia associazionistiche. All’interno di questo quadro mi fu richiesto pressantemente di candidarmi. Accettai non senza titubanze. Non appartenevo al mondo della politica e diffidavo dei suoi riti. L’apporto del Partito Democratico, primo partito d’opposizione, non poteva, però, non costituire l’asse portante del progetto, ferma l’indipendenza e autonomia della lista e del candidato.

Di fatto il Pd, che per altro notoriamente gode a livello nazionale delle mie simpatie, a livello locale non ha mai creduto seriamente nel progetto e nella mia persona, al cui comodo traino si era messo solo perché non in grado di esprimere un proprio candidato convincente e condiviso. L’esito disastroso delle ultime due tornate elettorali ne era la cartina di tornasole”.

Una rottura netta e profonda, ribadita in un altro passaggio del post in cui La Croce sottolinea di avere avuto in questi tre mesi la collaborazione dei rappresentanti delle altre forze (Italia Viva, Forza Italia, Udc)  ma non del Pd.

“Il Pd locale – scrive – non solo è stato assente nel corso di tutto questo periodo, ma quando si è appalesato lo ha fatto unicamente per criticare pubblicamente i miei interventi. Quello che più volte ho definito “fuoco amico”, irritante e snervante, cui non ha mancato di contribuire anche quel gruppo civico che per primo ebbe a sollecitare la mia candidatura”.

“Totalmente assente – aggiunge La Croce – è poi stato il contributo – indispensabile per la campagna elettorale – dei consiglieri di opposizione, di cui si è sentito solo un assordante silenzio. Si è arrivati sino a teorizzare che, stante la congiuntura covid-19, non si dovesse criticare l’operato dell’amministrazione uscente, nonostante questa, ogni giorno, non perdesse occasione per usare i canali istituzionali dell’emergenza a fini elettorali e assumere provvedimenti in totale contrasto con il programma di SensoCivico, oltre che violativi delle più elementari regole etiche.  Mentre a Roma Matteo Salvini sparava bordate contro il Pd al governo, noi ad Arona, secondo la sagace strategia della segreteria locale del medesimo partito, avremmo dovuto ricambiare con un compiacente silenzio. Niente di più tragicamente irrazionale e suicida”.

Le conclusioni sono durissime, e alludono ad una sorta di “complotto” del Pd : “Avendo una mentalità vincente non posso che lasciare queste logiche a chi, non essendo mai guarito dalla sindrome di Tafazzi di dalemiana memoria, preferisce la vittoria dell’avversario piuttosto che quella del suo alleato.  L’obiettivo era chiaro: screditare la mia candidatura in attesa di trovarne una alternativa. Non sconfiggere la giunta uscente, mai per altro seriamente criticata nel corso degli ultimi cinque anni. Consegno, dunque, nelle mani della segretaria del Pd aronese la responsabilità di esprimere un candidato alternativo, più autorevole, più obbediente e con maggiore sagacia politica della mia, unitamente alla responsabilità, ben più onerosa, di coordinare in prima persona, come si confà a un vero segretario di partito, tutta l’impegnativa attività della campagna elettorale, dimostrando così di sapere portare alla vittoria la propria lista e il proprio candidato.

Mi auguro che essa possa saper sconfiggere la corazzata gusmeroliana, anche se le disastrose esperienze passate e l’assenza di proposte e iniziative dimostrata in questi tre mesi non lasciano grandi margini di speranza”.

Cosa accadrà ora? L’avventura politica di La Croce è davvero finita? Un passaggio del post lascia intendere la prosecuzione dell’impegno, anche se con altre forme. “Rimango a disposizione – scrive La Croce – delle altre forze per fornire qualsiasi contributo necessitassero, ma non come candidato sindaco. La loro lealtà lo merita. In ogni caso proseguirò come semplice cittadino a presidiare la scena politica aronese, almeno sino a che non si formerà un’opposizione che sappia svolgere la propria funzione”.

Due post scriptum concludono un messaggio d’addio che gronda veleno: il primo esclude che la decisione del rituro possa avere a che fare con la vicenda giudiziaria in cui La Croce è stato coinvolto per la sua attività professionale. Anzi, La Croce annuncia querele contro chi “proverà a speculare” su queste vicende che  “sono in via di positiva soluzione”. Il secondo post scriptum annuncia la prosecuzione di una attività di critica e di denuncia della “disinvoltura con cui la giunta in carica opera; disinvoltura che la minoranza consiliare ha ritenuto inopportuno denunciare in questo momento, pur essendo, sicuramente almeno due di queste, strettamente collegate all’emergenza covid-19”.

Insomma, La Croce lascia, ma continua a cercare di tenere il centro della scena. In attesa di sviluppi.

Pubblicato il 18 Aprile 2020
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