Quantcast

Per sempre sui monti: la Volante Cucciolo a Trarego

Il 25 febbraio 1945 l'eccidio della squadra partigiana: veloce e agile, era stata chiamata a controllare la via di passaggio clandestino usata dai perseguitati in fuga e per mantenere i contatti oltre il confine svizzero

Generico 2018

Il nome della loro squadra descriveva un gruppo che già allora era un mito. Volante, perché erano i più veloci, conoscevano i monti, le mulattiere, le vallette che sbucano sul Verbano: la Volante Cucciolo era un gruppo di amici, ma anche un reparto partigiano efficiente, a cui erano assegnati compiti importanti.
In una di queste missioni – il 25 febbraio 1945  – venne distrutta a Tràrego, in uno degli episodi più importanti della Resistenza sul Verbano (foto: Casa della Resistenza).

La volante Cucciolo era comandata da Nino Chiovini, nome di battaglia “Peppo”: era una squadra allenata e veloce di partigiani “esperti”, in grado di effettuare spostamenti quotidiani anche di venti chilometri. Giovani, figli di quella terra in cui combattevano, conoscitori dei monti. Il loro nome era un omaggio al partigiano Cucciolo, caduto nel durissimo rastrellamento della Valgrande del giugno 1944.

La missione della Volante Cucciolo a Trarego

La Volante Cucciolo faceva parte della brigata partigiana autonoma “Cesare Battisti”, che aveva tra i suoi compiti anche quello di assicurare il transito della via di collegamento clandestina che passava dal Monte Gridone (Limidario, per gli svizzeri): quel percorso serviva poi per far fuggire i perseguitati – come gli ebrei – e mantenere i contatti con la missione degli Alleati a Lugano.
Oltre confine gli antifascisti del Canton Ticino avevano allestito un posto di passaggio per agevolare il rientro in Italia dei tanti partigiani che erano stati internati (cioè tenuti in campi sorvegliati) in Svizzera dopo che erano entrati in territorio elvetico.

Il 23 febbraio una squadra partigiana era stata attaccata dai fascisti alle Biuse di Olzeno, in Valle Cannobina, uno dei punti di appoggio che servivano a controllare la via dalla Svizzera. Due patrioti erano stati uccisi.

Armando Calzavara – il comandante della Brigata “Cesare Battisti” – aveva allora inviato sul posto la squadra più veloce ed esperta, appunto la Volante. Il 24 febbraio, la sera, dopo la prima giornata di cammino, arrivò all’alpeggio di Truno, sopra il paese Trarego. Tre di loro sceser0 in paese per procurarsi provviste nei negozi di alimentari.

L’eccidio della Volante Cucciolo a Trarego, 25 febbraio 1945

I comandi delle milizie fasciste di Cannobio (capitano Mario Nisi) e della Val Vigezzo (maggiore Martinez) fecero confluire, dall’alba della mattina seguente, decine di militi.
La Volante riuscì inizialmente a sottrarsi ma alle cinque di sera finì chiusa in una conca, sotto l’Alpe Promè: qui sette di loro furono uccisi, solo due si salvarono. Furono trucidati anche due abitanti del paese, considerati partigiani o fiancheggiatori.

Sui nove cadaveri furono contate 348 ferite sia d’arma da fuoco che da corpi contundenti e da taglio. Furono evirati e le bocche riempite di ricci. I fascisti se la presero anche con altri abitanti della zona: un ragazzino rischiò la fucilazione, mentre fu ucciso a Cannero un uomo di 54 anni, simpatizzante (disarmato) dei partigiani, che si era consegnato perché i fascisti avevano preso in ostaggio la figlia.

I caduti della Volante Cucciolo a Trarego si chiamavano Ivo Borella, 25 anni; Luigi Velati, 21 anni; Corrado Ferrari, 24 anni; Ermanno Giardini, 20 anni; Gastone Lubatti, 19 anni; Luigi Leschiera 22 anni; Pierino Agrati, 25 anni.
I civili uccisi a Trarego erano Aldo Brusa e Primo Carmine, a cui si aggiunse appunto Giuseppe Clair Gagliani a Cannero.
Un monumento li ricorda ancora nel piccolo cimitero di Trarego (foto: pietredellamemoria.it).

Gli ufficiali responsabili della strage, identificati e condannati, uscirono dal carcere già nel 1947, per effetto della amnistia.

La memoria della Volante Cucciolo

Il sacrificio della Volante Cucciolo divenne subito un simbolo: la squadra fu ricostituita con nuovi elementi e prese il nome di Volante Martiri di Trarego.
La memoria dell’eccidio rimase viva tra gli abitanti, ma soprattutto grazie all’opera del comandante della Volante, Nino Chiovini, divenuto grande  narratore della Resistenza e della Valgrande. In anni più recenti la Volante ha dato il nome ad un coro che tramanda le storie partigiane nella zona del Verbano piemontese.

Quanto alla missione affidata alla Volante, fu comunque compiuta: i partigiani riuscirono a controllare il transito dal Monte Gridone-Limidario, da cui passarono nelle settimane seguenti centinaia di partigiani di ogni fede politica. Garibaldini, autonomi della Cesare Battisti, socialisti della Matteotti, autonomi “militari” del Raggruppamento Alfredo Di Dio, andarono a rafforzare l’esercito di popolo in vista dell’insurrezione che si sarebbe concretizzata due mesi dopo, al 25 aprile 1945.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 25 Febbraio 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore