Vespa velutina, la Commissione Agricoltura apre le audizioni con gli apicoltori: “Servono azioni urgenti”
Il presidente Massardi: “In Lombardia primi casi, è il momento di agire”
La Commissione Agricoltura del Consiglio regionale lombardo ha dato il via, nella giornata di mercoledì 22 ottobre, a una serie di audizioni con associazioni di apicoltori e operatori del settore per affrontare la crescente minaccia rappresentata dalla vespa velutina, il cosiddetto calabrone asiatico a zampe gialle, che sta iniziando a comparire anche in Lombardia.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dal presidente della Commissione, Floriano Massardi (Lega), che ha sottolineato la gravità del fenomeno: «Questo insetto provoca enormi danni all’apicoltura e all’agricoltura – ha detto – ed è necessario promuovere subito nuove iniziative di contrasto, aggiornando i piani nazionali e regionali».
Il metodo-Z: una possibile soluzione dalla Liguria
A intervenire nella prima audizione è stato Fabrizio Zagni, apicoltore del comune ligure di Airole, dove la vespa velutina è presente da anni. Zagni ha illustrato l’esperienza maturata sul campo con l’adozione del metodo-Z, un sistema innovativo che prevede l’iniezione di microdosi di biocida direttamente nella vespa, sfruttando dispositivi manuali o trappole apposite.
«Dopo anni di tentativi – ha spiegato Zagni – siamo riusciti a mettere a punto un sistema efficace che riduce la presenza dei nidi, senza impattare su altre specie». Il metodo è stato sviluppato in collaborazione con il Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) ed è già stato studiato anche all’estero, in particolare in Germania e in Spagna.
Una minaccia in espansione
La vespa velutina, proveniente dall’Asia sudorientale, è arrivata in Europa nel 2004 attraverso la Francia e da allora si è progressivamente diffusa in tutto il continente: Spagna, Portogallo, Belgio, Svizzera, Germania, Regno Unito e Italia (a partire dalle regioni occidentali).
La sua presenza rappresenta una seria minaccia per le api – di cui si nutre – e per le coltivazioni di frutta e uva, compromettendo interi ecosistemi produttivi. Cresce anche la preoccupazione per i nidi nei centri urbani, che possono raggiungere anche un metro di diametro e contenere fino a duemila individui.
L’insetto è stato inserito nell’elenco UE delle specie esotiche invasive, con l’obbligo per gli Stati membri di adottare misure di contenimento ed eradicazione.
Coordinamento tra enti e sostegno alla ricerca
Il presidente Massardi ha ribadito l’urgenza di un maggior coordinamento tra istituzioni, mondo scientifico e operatori del settore: «L’esperienza del metodo-Z va sostenuta anche nella fase di progettazione e produzione su larga scala, affinché possa diventare uno strumento operativo anche per le regioni dove la vespa è appena comparsa».
Le audizioni proseguiranno nelle prossime settimane con l’obiettivo di stilare una proposta condivisa di azioni concrete, sia a livello lombardo sia nazionale.






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