Per il tentato omicidio di Luino convalidati gli arresti, due dei fermati restano in carcere
Il terzo soggetto coinvolto messo ai domiciliari. I sospettati rispondono al gip: “Avevamo comprato droga dai ragazzi, e non avevamo nessun coltello”. L'avvocato che ha assistito all'interrogatorio del giudice: “Invocheremo la legittima difesa"

Sono finiti davanti al giudice per le indagini preliminari di Varese, e hanno raccontato la loro versione dei fatti cioè quanto accaduto poco dopo le 11 di sera in piazza Libertà a Luino, sabato sera: un episodio finito con ragazzi feriti, di cui uno di 17 anni grave in ospedale e tre arresti per tentato omicidio.
Due degli arrestati, che hanno una residenza, rimarranno in carcere in regime di custodia cautelare mentre il terzo, il più giovane e di soli 18 anni e con gli addebiti minori è risultato essere senza fissa dimora: resterà ai domiciliari da un parente.
Due dei tre ragazzi di origine tunisina hanno affermato di essersi incontrati in una comunità per minori non accompagnati dopo essere arrivati in Italia via mare, come ha specificato il legale dei tre, l’avvocata Stefania Talarico che insieme al collega Stefano Steidl difende gli indagati da considerarsi innocenti fino a prova contraria. Giovani che in carcere ai Miogni di fronte al giudice per le indagini preliminari Niccolò Bernardi hanno proseguito nella ricostruzione dei fatti.
I tre, secondo la loro versione, erano andati ad acquistare hascisc in pieno centro a Luino da un gruppo di giovanissimi italiani. Arrivati sul posto sarebbero stati aggrediti dai ragazzi dopo aver comprato il fumo: uno degli acquirenti (poi arrestati) «ha riportato una ferita al volto (sette punti) colpito da una bottigliata e per difendersi avrebbe utilizzato una lama trovata sul posto», spiega l’avvocata.
A quel punto, coi feriti in strada, la chiamata al 112 ha provocato l’intervento dei carabinieri e dei soccorsi. Uno dei tre ragazzi arrestati si chiama fuori dai fatti: era lì ma non avrebbe fatto nulla. La strategia degli avvocati è quella di invocare la legittima difesa e l’eventuale riqualificazione di quanto contestato da tentato omicidio a lesioni; «chiederemo un affievolimento della misura cautelare in carcere», conclude l’avvocata Talarico.
Nel frattempo le indagini affidate alla Procura di Varese cercheranno di fare luce sull’esatta dinamica dei fatti: oltre ai presenti, la zona è coperta da un sistema di telecamere di video sorveglianza.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.