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Aggressione sul lungolago di Luino, Artoni: “Quando il buonismo diventa complicità”

Il capogruppo di “Azione Civica” interviene sulla rissa del 4 ottobre a Luino, sottolineando come «minimizzare gli episodi di violenza mette a rischio la sicurezza della città»

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Il capogruppo di “Azione Civica per Luino e Frazioni”, Furio Artoni, interviene sui fatti della tarda serata del 4 ottobre sul lungolago di Luino, durante una rissa tra giovani poi sfociata in arresti.

Di seguito, il testo integrale della nota:

I fatti del 4 ottobre scorso sul lungolago di Luino parlano chiaro, anche se qualcuno preferisce non ascoltare. Una rissa tra bande, un machete che spunta nella notte, un ragazzo minorenne italiano ferito al braccio con lesioni così gravi da richiedere un intervento chirurgico.

Chi minimizza questi episodi con la stantia formula del “Luino non è Gotham City” non fa un servizio alla città: le rende un pessimo disservizio. La gravità di un fatto non si misura paragonandolo al peggio assoluto, ma valutandolo rispetto alla normalità che vogliamo preservare. E un machete brandito sul lungolago, cari signori, non è normale. Non lo è a Luino, non lo è in nessuna città civile che voglia continuare a definirsi tale.

Il linguaggio conta, eccome se conta. Continuare a parlare di “risorse” quando si tratta di individui che violano le leggi del nostro Paese è una ipocrisia che offende l’intelligenza dei cittadini. Le risorse sono altra cosa: sono le persone che lavorano, contribuiscono, rispettano le regole del vivere comune. Chi impugna un machete in una rissa notturna non è una risorsa: è un problema. E i problemi si affrontano chiamandoli col loro nome, non mascherandoli dietro la neolingua del politicamente corretto.

L’obiettivo deve essere chiaro e non negoziabile: restituire dignità alla città di Luino, a chi ci vive, a chi rispetta tutte le leggi del nostro Paese. Non è una questione di destra o di sinistra, è una questione di civiltà. I cittadini perbene – italiani o stranieri che siano – hanno il diritto di camminare sul lungolago senza il timore di imbattersi in bande armate. È davvero così radicale pretendere questo?

Eppure c’è chi ha detto no. Quando è stata presentata una mozione per richiedere al Ministero l’istituzione di un commissariato – che avrebbe garantito la presenza di pattuglie delle varie forze dell’ordine sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro – l’attuale maggioranza l’ha bocciata con motivazioni che definire pretestuose è un eufemismo. Erano infondate, quelle motivazioni. E, soprattutto, erano irresponsabili. Perché negare a una città la sicurezza di cui ha bisogno non è prudenza amministrativa: è abbandono.

Bisogna avere il coraggio di tornare a parlare di blocco dell’immigrazione e di controllo degli immigrati. Non per xenofobia, ma per elementare senso di responsabilità verso chi già vive qui. Sono scelte che devono venire dal governo, certo. Ma devono essere pretese dai cittadini e dai loro rappresentanti locali. Il coraggio politico non è solo fare ciò che è popolare: è fare ciò che è necessario, anche quando costa.

Del resto, che qualcuno avesse già segnalato sui social la presenza di machete in possesso di certi personaggi dovrebbe far riflettere. I cittadini vedono, segnalano, si preoccupano. E spesso vengono ignorati fino a quando non succede l’inevitabile. Luino, con la sua vicinanza alla Svizzera, rischia di diventare sempre più un crocevia di delinquenza e traffici illeciti. Non è catastrofismo: è geografia unita al buon senso. I confini attraggono chi vuole attraversarli illegalmente, per merce o per altro. E senza presidi adeguati, quella frontiera diventa una porta spalancata.

La domanda è semplice: vogliamo aspettare che Luino diventi davvero ingovernabile, o vogliamo agire ora che siamo ancora in tempo? La scelta è tra il realismo di chi vuole proteggere la propria comunità e il buonismo di chi preferisce voltarsi dall’altra parte fino alla prossima rissa, al prossimo machete, al prossimo ferito.

Perché, vedete, se davvero Luino non è Gotham City, è anche perché c’è ancora chi si batte per la sua integrità. Ma se continuiamo a minimizzare, a parlare di “risorse” e a bocciare le mozioni per più sicurezza, forse un giorno scopriremo che quella battuta su Gotham City non faceva più ridere nessuno. E non servirà nemmeno Batman a salvarci. Perché nei fumetti arriva sempre in tempo. Nella vita reale, molto meno.

Pubblicato il 07 Ottobre 2025
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