Duemila sacchi di rifiuti abbandonati in un anno, il sindaco di Brenta Ballardin: “Con la nuova legge stop all’impunità”
Il primo cittadino richiama i cittadini alla collaborazione: “Solo con la partecipazione collettiva vinceremo questa battaglia di civiltà”

Quasi duemila sacchi di rifiuti abbandonati raccolti in un anno nei territori della Valcuvia, nei dintorni di Brenta, grazie ai volontari di Amo Madre Terra. Un dato che fotografa la gravità di una piaga che i sindaci, insieme alle associazioni locali, da anni tentano di contrastare con campagne informative, giornate ecologiche e progetti di sensibilizzazione nelle scuole.

Ma il problema resta: ogni giorno si registrano nuovi abbandoni lungo strade, parcheggi e aree boschive, con un impatto devastante sul paesaggio e sull’immagine turistica del territorio. «Non possiamo andare avanti così – spiega il sindaco di Brenta, Gianpietro Ballardin (nella foto) –. È una condizione di inciviltà che mina la qualità del nostro ambiente. Abbiamo bisogno di strumenti più efficaci per colpire i responsabili».
Uno strumento ora c’è: il Decreto-Legge n. 116 dell’8 agosto 2025, che recepisce la sentenza della CEDU sulla “Terra dei Fuochi”. La norma introduce un meccanismo più rapido di individuazione dei trasgressori: sarà sufficiente un fotogramma nitido della targa, acquisito da telecamere comunali o private, per risalire al proprietario del veicolo tramite la Motorizzazione.
La multa arriverà direttamente a casa, superando le difficoltà del passato, quando serviva la contestazione immediata da parte delle Forze dell’Ordine. Il decreto prevede inoltre sanzioni molto più severe: fino a 1.188 euro per mozziconi e fazzoletti, da 1.500 a 18.000 euro per lattine e bottiglie, con la possibilità di segnalazione alla Procura. Nei casi più gravi sono previste pene detentive da 6 mesi a 7 anni, sospensione della patente e persino confisca del mezzo, soprattutto se aziendale.
«Ho più volte lanciato appelli ai cittadini affinché segnalino i responsabili – aggiunge Ballardin –. Non è possibile che nessuno veda chi scarica rifiuti ingombranti, come il materasso che ho trovato pochi giorni fa lungo una provinciale. Senza la partecipazione collettiva non vinceremo questa battaglia di civiltà. Dobbiamo rispetto al nostro territorio e alla natura che ci circonda».
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