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Riparte la funivia e Monteviasco ritrova il legame con la valle: “Sette anni di attesa, oggi siamo rinati”

Dopo sette anni di stop, una giornata di festa per il borgo sospeso della Val Veddasca, dove si riaprono case e seconde case. L’emozione di Stefano Pedrazzi, montino d’adozione e anima degli Amici di Monteviasco

Generico 04 Aug 2025

Sette anni. Sette lunghi anni in cui la funivia è rimasta ferma, sospesa sopra la valle come un filo interrotto. Anni di salite a piedi tra neve e pioggia, di anziani che non riuscivano più a raggiungere le proprie case, di porte e finestre chiuse in attesa di un segno. Oggi, domenica 10 agosto 2025, quel filo è stato riannodato e finalmente Monteviasco ha riaperto la sua porta sul mondo.

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Monteviasco, il giorno della ripartenza della funivia 4 di 17

La funivia che collega il borgo a Ponte di Piero è tornata a muoversi. Autorizzata dall’agenzia ministeriale competente e passata in gestione ad ATM di Milano, ha ripreso il servizio con una giornata di corse gratuite. Il paese si è ritrovato tutto qui, affacciato sulla stazione di arrivo, per festeggiare un evento che non è solo un’opera pubblica riattivata, ma una rinascita collettiva.

Tra i presenti c’era Stefano Pedrazzi, “montino” d’adozione, seconda casa a Monteviasco da tredici anni e anima del gruppo Amici di Monteviasco. «È un momento liberatorio – racconta –. Dopo mille vicissitudini, delusioni e attese, oggi si avvera un sogno. Io riesco ancora a salire a piedi, ma per tanti anziani era diventato quasi impossibile. Vederli di nuovo qui, con il sorriso, è la cosa più bella».

La giornata è stata un susseguirsi di abbracci e incontri. Nell’ex asilo del paese, trasformato in spazio espositivo, gli Amici di Monteviasco hanno accolto l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, insieme a don Nicola, don Gabriele e alla sindaca Nora Sahnane. «Un bel momento – dice Stefano – pranzare insieme, accogliere monsignore, mostrargli le nostre foto e i nostri spazi. È un orgoglio far vedere il paese e la passione con cui lo teniamo vivo».

E poi, tra la folla, il piacere di rivedere volti amici. «Ho incontrato Italo e Ada – racconta –. Non li vedevo da anni. Oggi sono tornati per riaprire finalmente le loro case. È stato come rivedere un pezzo di storia che si rimette in cammino. La riapertura non è solo trasporto: è riportare vita nelle case, nei cortili, tra le vie del borgo».

Perché Monteviasco, nonostante tutto, non ha mai smesso di esistere. Negli anni dell’isolamento, il borgo ha continuato a respirare grazie a chi saliva a piedi, agli eventi organizzati, alle case che non hanno mai chiuso del tutto le persiane. «Abbiamo sempre cercato di tenerlo vivo – spiega –. È un borgo di oltre cinquecento anni, con case in pietra e tetti in piode, che merita di essere vissuto. Ora sarà più facile farlo».

Il legame di Stefano con Monteviasco è nato per caso, da una casa comprata nel borgo da sua cognata: «Grazie a lei lo abbiamo scoperto, e ce ne siamo innamorati. Qui, quando i turisti scendono, restiamo noi, ci ritroviamo, facciamo serate semplici, in sintonia con il paese».

Oggi, con la cabina che torna a scivolare sopra la valle, Monteviasco non è più solo un luogo da raggiungere a fatica: è un paese che riparte, con la sua storia, la sua comunità e la voglia di guardare avanti. «Siamo rinati – conclude Stefano – e questa volta vogliamo andare lontano».

Per ora la funivia – gestita da Atm nell’ambito di un più ampio contratto per impianti a fune – è in funzione tutti i sabati, le domeniche e i festivi, dalle 10 alle 18 con corse ogni 15 minuti.

Da non perdere
La riapertura della funivia rende ancora più semplice raggiungere e visitare anche le iniziative culturali del borgo. In questi giorni, nell’ex asilo, è allestita la mostra Scomparti.co – Ghiacci che parlano al cuore, un percorso fotografico e multimediale dedicato ai ghiacciai e alla loro fragilità, promosso dagli Amici di Monteviasco.

(Foto di Gigi Piana)

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Pubblicato il 10 Agosto 2025
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