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820 anni di fede: il triduo per il Beato Alberto Besozzi all’Eremo di Santa Caterina del Sasso

Un programma di celebrazioni dal 4 al 7 settembre per ricordare l’eremita che trasformò la scogliera del Lago Maggiore in un santuario di pace e preghiera

Generico 04 Aug 2025

Nella ricorrenza per 820 anni dalla morte, l’eremo di Santa Caterina del sasso ospita un triduo di celebrazioni religiose in onore del Beato Alberto Besozzi – un uomo che trasformò la propria vita per devozione e penitenza. In programma:

Giovedì 4 settembre, h 18.00 – Santa Messa presieduta da Don Giuseppe Andreoli, decano del decanato di Besozzo.
Venerdì 5 settembre, h 18.00 – Santa Messa presieduta da Don Marco Catalani, parroco di Leggiuno.
Sabato 6 settembre, h 18.00 – celebrazione guidata da Fra Angelo Tolardo, Ministro Generale della Fraternità Francescana di Betania.

Domenica 7 settembre, h 18.00 – solenne Santa Messa presieduta da S. Ecc. e Rev.ma Mons. Franco Agnesi, vicario generale della Diocesi di Milano.

Le liturgie si tengono presso l’Eremo di Santa Caterina del Sasso, luogo carico di storia, spiritualità e arte, incastonata nella roccia del Sasso Ballaro.

La storia del Beato Alberto Besozzi

Originario di Arolo, Alberto nacque in una famiglia illustre, ma la sua vita fu segnata inizialmente dall’avidità e dall’usura. Intorno al 1170, durante un viaggio sul lago Maggiore, venne sorpreso da una violenta tempesta: invocò Santa Caterina d’Alessandria, promessa di cambiare vita in caso di salvezza. Solo lui sopravvisse, approdando presso una piccola insenatura detta “Ballaro”.

Convertito, visse da eremita in quella grotta, nutrendosi dei doni della natura e del pane calato dai naviganti, mentre cresceva la sua fama di uomo santo e misericordioso. Intorno al 1195, dopo aver invocato e ottenuto la fine di una pestilenza, ottenne il permesso di costruire una cappella dedicata a Santa Caterina, modello del sacello montano egiziano.

Morì nel 1205 e venne venerato come beato dalla comunità locale, anche senza una canonizzazione formale. Le sue reliquie riposano nell’eremo, visibili in una teca di vetro entro una statua lignea, mentre i veri resti sono custoditi sotto il cuscino.

L’Eremo: arte, natura e devozioni sul lago

Fondato, secondo la tradizione, da Alberto Besozzi tra il XII e il XIII secolo come piccolo sacello, il complesso si ampliò nei secoli successivi con le chiese di Santa Maria Nova e San Nicolao, unite nel XVI secolo in un unico edificio sacro.

Nel corso del Seicento, cinque massi “ballerini” precipitarono sulla cappella rimanendo sospesi nella volta per due secoli fino al loro cadere nel 1910, un evento ritenuto miracoloso.

Il complesso è stato dichiarato monumento nazionale nel 1914 e nel 1970 è passato alla Provincia di Varese, che lo restaurò e lo riaprì al culto nel 1986, quando il cardinal Martini consacrò il nuovo altare. Dal 2019 la vita religiosa dell’eremo è affidata alla Fraternità Francescana di Betania.

Pubblicato il 10 Agosto 2025
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