Confronto teso tra il comitato e il sindaco Santagostino sul Molo Sironi a Cerro
Il Comitato Frazione Cerro ha incontrato il primo cittadino il 23 luglio per chiedere spiegazioni: "Il cantiere è partito senza informarci. Nessuna trasparenza, nessun confronto". In pochi giorni raccolte oltre 200 firme su 300 abitanti della frazione

Decisioni prese senza coinvolgere la popolazione, progetti presentati come definitivi senza un vero confronto pubblico: è questa la denuncia del Comitato Frazione Cerro, che il 23 luglio ha incontrato il sindaco di Laveno Mombello Luca Santagostino per chiedere spiegazioni sui lavori in corso al Molo Sironi.
«Dopo la riunione pubblica del 2022, non siamo più stati consultati né informati. Ci siamo ritrovati di fronte a un progetto radicalmente diverso, senza che nessuno ci dicesse nulla», ha dichiarato Monica De Gasperi, presidente del comitato.
Ciò che più ha colpito i cittadini è stata la velocità con cui i lavori sono partiti, senza alcun momento di ascolto o di confronto: «Abbiamo voluto mettere in evidenza quanto sia grave prendere una decisione così importante senza ascoltare la popolazione – ha spiegato De Gasperi –. I lavori sono partiti subito, entro pochi giorni dalla costituzione del comitato. Quando si interviene su un bene così rilevante per la comunità, dovrebbe essere un principio etico dell’amministrazione quello di coinvolgere i cittadini. Nel 2022, ad esempio, il sindaco ci aveva coinvolto: oggi, invece, no. Questo atteggiamento ci lascia molta amarezza».
La mobilitazione dei residenti, però, non si è fermata. La raccolta firme – ancora in corso – ha già superato quota 207 adesioni, su circa 300 abitanti totali della piccola frazione di Cerro. Un segnale forte, che secondo il comitato dimostra quanto la popolazione si senta esclusa da decisioni che avranno un impatto diretto sul territorio.
Il nodo principale resta il nuovo chiosco, definito dagli abitanti “un brutto cubo grigio”, che secondo loro compromette l’identità del luogo. Ma a far discutere è soprattutto il metodo: «L’intero iter è avvenuto senza un minimo di trasparenza. Non siamo riusciti nemmeno a individuare gli atti del Consiglio comunale in cui sarebbero state prese queste decisioni», ha sottolineato De Gasperi.
Durante l’incontro, il sindaco ha aperto alla possibilità di modifiche, affidando agli uffici tecnici l’esame di alcune soluzioni alternative: lo spostamento del chiosco verso la Darsena oppure una struttura rimovibile durante l’inverno.
«Per ora, però, non ci è stato detto nulla di concreto – ha aggiunto De Gasperi –. Resta in piedi anche l’ipotesi che tutto venga realizzato così com’è, senza ascoltare nessuno».
Altro tema critico è la concessione dell’area nuova a un privato, che dovrebbe occuparsi della gestione del chiosco e della spiaggia durante l’estate. «Il sindaco ci ha detto che la manutenzione sarà a carico del gestore. Ma d’inverno? Quando il lago porta a riva legname o detriti? Tutto resta poco chiaro», osserva la presidente De Gasperi.
Infine, un fatto che ha generato particolare rammarico nel comitato è la distruzione di una panca storica collocata nella zona del Molo. «Era una panca in pietra, parte dell’identità del luogo, e avremmo voluto almeno tentare di conservarla o restaurarla. Invece è stata rimossa e spezzata senza alcuna considerazione. Un gesto che abbiamo vissuto con profonda amarezza», ha concluso De Gasperi.
Il comitato chiede ora più ascolto, maggiore trasparenza e un vero dialogo con la cittadinanza. «Non ci opponiamo al cambiamento, ma vogliamo che sia condiviso e rispettoso del luogo. Le decisioni imposte dall’alto non possono essere la norma».
«È possibile rivedere l’intervento di Silvia Pareschi, portavoce del comitato, durante l’incontro, sul canale Youtube “comitatofrazionecerro”» (qui).
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