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Sul campo di bocce la “confluenza” tra la Bederese e i giovani dello Judo Bu Sen Luino

Nel consueto appuntamento settimanale con il mondo delle bocce, Roberto Bramani Araldi, racconta l'iniziativa per avvicinare i più piccoli ad una grande tradizione italiana

bederese bocce

BEDERESE – I GIOVANI DEL JUDO BU SEN LUINO AFFOLLANO E CONQUISTANO

Lione, terza città della Francia in termini di dimensione, particolare per la sua posizione ove la storia quasi inevitabilmente deve lasciare il passo alla geografia.La Saone, il fiume che decide di percorrere centinaia di chilometri prima di spegnersi nelle acque del Rodano, e lì i due fiumi s’incontrano ad avvolgere il quartiere di Presqu’ile che offre la sua “centre ville” con i “traboule”, stradine strette e tortuose tipiche che lasciano intravedere, solo a pochi però, le stupende architetture dei palazzi accanto ai quali si snodano.

Ma sono le acque che si nutrono di fascino: si uniscono Saone e Rodano e non le distingui più, la loro miscela diviene sempre più intima e mentre vi navighi sopra percepisci la grandezza dell’evento ove l’unione fra liquidi diversi diventa un unico fluido capace di offrire l’immagine maestosa del grande fiume. 

Ciò accade a Brezzo di Bedero, nel suo bocciodromo, e può essere pacatamente avvicinato alla confluenza dei due fiumi, senza turbinio, bensì con l’intensità della partecipazione. 

Perché quest’anno il rito della discesa – o della risalita, dipende dalla posizione degli sguardi – del nugolo di giovani del Judo Bu Sen di Luino, si compie in due tempi diversi: non più un’unica invasione di oltre 40 ragazzi di età differenti fra i sei e i quattordici anni, bensì due spedizioni distinte.

Una, il mattino, aperta ai giovanissimi, la seconda, il pomeriggio, ai più “anziani”, il tutto coordinato dalla colazione al sacco presso il bocciodromo con la riunione dei due gruppi ad avvalorare la fusione delle acque dei due fiumi lionesi.

E allora due competizioni a terzine, sapientemente organizzate dagli onnipresenti Daniela e Leonardo con le essenziali partecipazioni delle assistenti Elena e Pamela, per laureare, questa volta con l’ausilio dei sensibili e disponibili assistenti locali – Fabrizio, Maurizio e Roberto – i vincitori di ogni manifestazione, attraverso l’attribuzione di una coppa personalizzata a significare l’importanza dell’incontro.

Le battaglie sui campi non sono cruente, ma gli attori ci tengono a primeggiare, a ogni successo – ai sei punti – le esplosioni di giubilo non si contano, fino alo scontro finale che deve necessariamente sancire il vincitore. Qualche lacrima dei perdenti, gioie dirompenti degli altri.

Prevalgono, il mattino, Alessia/Davide e Nathalie, con la piccolissima Alessia – cinque anni – letteralmente scatenata a celebrare il successo.

Il pomeriggio vanno in scena i più grandi, fra i quali Valentina, allieva della scuola bocce di Bedero, che mai accetterebbe di essere sconfitta, seppure a livello di terna: assume l’atteggiamento professorale, indica con compunzione e molto sussiego come i suoi due compagni debbano giocare, cerca di non sbagliare da vero leader del gruppo. 

A ogni superamento del turno il suo viso s’illumina e sembra irradiare una gioia commista alla consapevolezza di “saperci fare” davvero inusuale in una ragazzina di undici anni.

bederese bocce

Vincono proprio loro Carlotta/Liam e Valentina e le luci brillantissime del bocciodromo paiono attenuarsi a fronte di tanta esultanza.

Poteva mancare, durante l’intervallo del pranzo, un attimo di deflagrante ludica esibizione degli istruttori?

Assolutamente no, sarebbe stato come se un principe designato al ruolo di regnante avesse pensato di abdicare. Così avviene e le fanciulle – Daniela/Elena/Pamela – prevalgono con la solita vulcanica Elena a trascinare tifo e partecipazione di tutti gli astanti.

Ultimate le premiazioni è tempo di raccogliere gli zaini e di apprestarsi al rientro, forse un poco di melanconia, forse la gioia di una giornata diversa: di certo l’iniziativa dei dirigenti del Judo Bu Sen di Luino possiede risvolti impensabili per un approccio diverso e una presa di nozione del gioco delle bocce.

Le bocce, elemento culturale non solo del nostro Paese, chiedono spazio per uscire da una visione circoscritta che non può escludere l’elemento gioventù, anzi, se adeguatamente promozionato attraverso una più ampia conoscenza, non potrà che trainare ulteriori adepti, fino a costituire quel nuovo serbatoio vocazionale indispensabile alla crescita e allo sviluppo di ogni disciplina sportiva.

                                                                                               Roberto Bramani Araldi

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 27 Luglio 2025
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