Giovane molestata sul treno da uno sconosciuto: la lettera di una mamma su violenza e indifferenza
Una pendolare sulla tratta Porta Garibaldi - Arona racconta la paura di una giovane ragazza molestata da un uomo in treno. La sua testimonianza solleva ancora una volta il tema della sicurezza sui trasporti pubblici

La nostra lettrice, pendolare sulla tratta ferroviaria Porta Garibaldi – Arona, ci scrive per segnalarci un episodio che ha destato in lei e nella giovane coinvolta molta preoccupazione. Ecco il suo racconto.
Buon giorno, sono una pendolare della tratta Milano Porta Garibaldi-Arona.
Da sei anni viaggio in treno ma mai come oggi mi sono sentita indignata dell’essere umano, della poca sicurezza nel mondo odierno, del poco decoro e a volte della totale assenza della ragione umana di cui siamo stati tutti gentilmente provvisti.
Mentre viaggiavo in treno verso il mio posto di lavoro, l’altra mattina una ragazza mi raggiunge visibilmente agitata e mi chiede in che stazione dovessi scendere, le rispondo e scoppia in lacrime preoccupata e delusa dalla risposta che non sperava di avere.
Capisco subito che qualcosa non andava, che ci fosse qualcuno che la stesse importunando.
Non riesce subito a parlare, ci spostiamo cercando qualcuno che scendesse nella sua stessa stazione per non rimanere sola e in seguito il capotreno, trovato in testa al treno. Nel frattempo mi racconta di questo ragazzo che si era seduto accanto a lei, che prima la guardava insistentemente e che poi aveva iniziato a toccarsi nelle parti intime. Così lei si era subito spostata in un altro posto ma lui l’aveva raggiunta anche lì…continuando ciò che aveva cominciato prima.
Così era letteralmente poi fuggita venendo da me. Quando abbiamo trovato il capotreno abbiamo raccontato tutto e la ragazza ha fatto vedere il volto del ragazzo che aveva immortalato. Il capotreno prontamente è andato a pescarlo chiedendogli il biglietto, che non aveva e l’ha invitato a scendere dal treno, dicendogli di stare attento a quello che facesse sul treno poiché ci sono le telecamere.
La ragazza di appena 23 anni si è poi tranquillizzata ed è andata ad affrontare la giornata di lavoro.
Da mamma penso con tanta amarezza che è proprio dura lasciare ai nostri figli questo mondo in eredità, in cui la violenza, la delinquenza, l’inadeguatezza dei comportamenti umani sono caratteristiche giornaliere.
Privarsi di mettere anche una gonna per non avere occhi “pesanti” addosso di gente malata e pervertita.
A detta del capotreno il tipo non era neanche in sè a livello mentale.
Troppe preoccupazioni, guardarsi le spalle sempre, perdere la fiducia nel prossimo, amareggiarsi per queste situazioni, questo è il prezzo da pagare piuttosto che vivere serenamente?
Inviterei principalmente i genitori a riflettere, ad ascoltare i propri figli, a dedicare loro tempo e attenzioni. Insegnare ad avere principalmente rispetto verso il prossimo, decoro, educazione, valori, gentilezza.
Una pendolare e mamma preoccupata
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