La bicicletta a Materia: “Sembra che togli spazio agli altri anche se per la legge è giusto che tu sia lì”
Nello spazio libero di Varesenews protagonisti i ciclisti e i problemi legato alla mobilità su strada. Ospite della serata il giornalista e scrittore Guido Rubino, a condurre il giornalista Lorenzo Franzetti

«Sembra sempre che togli spazio alle automobili anche se per la legge è giusto che tu sia lì a occupare quel pezzo di strada», apre così l’incontro Guido Rubino, ospite a Materia giovedì 17 luglio per presentare il suo libro “La bicicletta da corsa”. A condurre l’incontro nella nuova sede di VareseNews il giornalista Lorenzo Franzetti che ha condiviso il palco con Rubino.
Dalla bici per spostarsi al business della bici
Durante la serata sono stati trattati svariati temi presenti nel manuale tecnico realizzato da Guido Rubino, a partire dalla percezione che si ha oggi delle biciclette fino alla difficoltà nel circolare tra le strade “convivendo” con gli automobilisti.
«Nel corso degli anni è cambiata la cultura della bicicletta, in particolare per i costi e tutto il business che va dietro» – ha sottolineato Franzetti prima di lasciare la parola a Guido Rubino.
Biciclette come Ferrari
«Oggi comprare una bici da corsa ispirandosi ai professionisti è come prendere una Ferrari da Formula uno – sottolinea Rubino – è scomoda e non si può pensare di utilizzare tutti i giorni».
Il problema non riguarda però solo il voler imitare determinati modelli ma anche il principio che sta dietro all’acquisto della bicicletta stessa: «Una volta quando si comprava la si prendeva con l’idea di farla durare nel tempo, magari cambiando qualche pezzo qua e là negli anni. Ora si compra pensando a quanto si potrà rivendere: è come se si cercasse qualcosa che si rinnova sempre e che non diventi mai obsoleta» – ha aggiunto Rubino.

Bici più piccole e auto più grandi. Solo le strade sono rimaste le stesse
All’interno della terza edizione del libro/manuale si affronta anche il problema legato alle dimensioni della strada e delle automobili che rendono più complicata la normale circolazione delle biciclette sulla carreggiata. Argomento che ha introdotto Franzetti ricordando anche i viaggi fatti con Rubino: «Mentre le biciclette sono diventate più compatte e leggere, le auto sono cresciute di dimensioni e le strade sono rimaste le stesse di 50 anni fa. L’affollamento ovviamente crea contrasto. Noi abbiamo girato tanto in Europa, abbiamo visto come la gente si muove e ci siamo chiesti spesso come si potesse andare in giro in macchina in alcune zone perché sembravano davvero troppo strette».
Quando si creano queste situazioni è difficile riuscire a gestire bene gli spazi e avere sempre un occhio attento e condividere la strada, anche se le regole parlano chiaro: «Sembra sempre che togli spazio agli altri anche se per la legge è giusto che tu sia lì a occupare quel pezzo di strada» – conclude Guido Rubino.
Perchè i ciclisti sono così odiati dagli automobilisti
Alla domanda “perché i ciclisti in Italia sono odiati così tanto” Rubino risponde: «Quante volte vediamo le macchine parcheggiate male, automobilisti che non guidano nel modo corretto o sostano in doppia fila? Siamo talmente abituati che non ci facciamo neanche più caso» – ma un ciclista, qualsiasi cosa fa, viene rimbrottato.
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